Vittoria abbordabile ma solo giocando la ripresa
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L’imperativo è il solito e si avverte la sensazione che l’agognata vittoria, sfumata per undici turni, sia dietro l’angolo, ma gli umori favorevoli non bastano. Arriva il Cesena, neopromossa vivace e organizzata, ma non certo una protagonista dell’attuale cadetteria: in teoria, l’avversario ideale per infrangere il tabù, voltare pagina e osservare il futuro con lenti rosa, ma quante volte abbiamo squadernato simili presupposti per poi venir smentiti dai fatti?
Rispetto a qualche settimana fa si sono notati passi avanti non trascurabili nella condotta di gara, nella capacità di fare pressing e anche di costruire qualche trama accettabile, ma Semplici chiede di più e pretende che il contropiede non sia lo sbocco preferito. Almeno a Marassi è doveroso comandare il gioco.
L’altro problemone è che le gare durano novanta minuti e non 45: troppe volte in passato si è assistito ad una flessione progressiva dopo l’intervallo sino alle immancabili sofferenze finali. Domanda: può questa squadra garantirsi il successo già a metà gara, magari mettendo in cassaforte due golletti? Solo il campo risponderà ad un quesito attualissimo, ma serve un salto di qualità.
Il Cesena non sta brillando come tre mesi orsono, quando veniva additato tra le rivelazioni del campionato. Il calo c’è stato, anche se non ha interessato la fase difensiva. In avanti i dati recenti dei bianconeri concimano la fiducia blucerchiata: solo due gol realizzati nelle ultime cinque partite. Il quotato gemello Shpendi, dopo aver brillato in avvio di annata, è poi stato vittima di un infortunio e al rientro non è riuscito più ad emergere. Non meglio si sta comportando il suo partner Antonucci, altro elemento quotato. La società ha puntato di recente proprio su un blucerchiato, La Gumina, che esprimerà pure sete di vendetta ma non appare un “babau” in grado di disturbare le notti dei difensori doriani.
Guai a sottovalutare i centrocampisti Bastoni e Donnarumma, mestieranti di valore, e neppure Calò, che ha militato a lungo nelle giovanili doriane per poi collocarsi tra B e C. In porta, altra curiosità, toviamo Klinsmann, figlio di un centravanti che anche fatto le fortune della Samp. Abbastanza rigido il 3-4-2-1 impostato da un tecnico, Michele Mignani, che da ragazzino disputò anche una partita nella Samp scudettata.
La formazione doriana è appesa a parecchi ballottaggi. Niang, appena tesserato, è disponibile, ma il suo impiego dovrà essere seriamente valutato, cosiccome sarà d’uopo decidere riguardo a Tutino, immerso in un momento di crisi profonda e reduce da stato influenzale. Non è neppure da escludere che inizialmente alle spalle di Coda agisca una coppia di mezze punte: in lizza Akinsanmiro, Benedetti e, con minori chances, lo stesso Pedrola, per il quale non si parla più di trasferimento.
In mediana gerarchie abbastanza definite, ma sulle fasce non mancano i dubbi. Depaoli appare ristabilito dopo la tremenda botta al capo rimediata a Brescia, sicché Venuti potrebbe tornare in terza linea col sacrificio di Riccio. A sinistra Ioannou (favorito) e Beruatto si giocano una maglia.
Dalla prossima settimana il trainer toscano potrà avvalersi di un difensore e di un rifinitore in più: rinforzi qualificanti, in grado di garantire un valore aggiunto. Non sarebbe male poterli inserire in un impianto tattico finalmente vincente.
PIERLUIGI GAMBINO