Novembre 14, 2024

Dura 40 minuti la Sampdoria, poi è solo Brescia, espulso Riccio

Sampdoria

Quaranta minuti di calcio eccellente, poi un incomprensibile black-out. Una Samp a due volti quella battuta a Marassi da un volitivo Brescia e sospinta nuovamente fuori dall’ottovolante della classifica, Un refrain che si ripete ormai con eccessiva frequenza: anche con la Juve Stabia ad un inizio scoppiettante era seguita una ripresa assai sofferta e, a ben vedere, il periodo conclusivo col Mantova non era scorso in assoluta tranquillità.

I cambi operati da Sottil – ben sei novità rispetto all’opacissima prestazione di Cittadella – parevano redditizie. Dopo cinque minuti di relativo equilibrio, la gara diventava un monologo doriano. Viviacissimo Akinsanmiro, accettabile per dinamismo Tutino, poderosa la spinta dei centrocampisti e anche dei laterali Depaoli e Venuti (spostato a destra). Le Rondinelle restavano impalate in retrovia, con due punte incapaci di tener palla e centrocampisti alquanto imprecisi. La sola arma degli ospiti pareva la robustezza nei contrasti, che spesso sforava nella scorrettezza, non sempre frenata da un direttore di gara alquanto permissivo.

Per passare all’incasso, tuttavia, sarebbe occorso un briciolo di fortuna, Basti pensare alla doppia miracolosa risposta del portiere Lazzerini al 10′ su Kasami e Depaoli, ma anche alla rete annullata, con l’intervento del Var, ad Akinsanmiro: pareva tutto regolare, ma un impercettibile colpetto di braccio ha vanificato la prodezza. Un assalto magari non lucidissimo ma costante, capitanato da un onnipresente Kasami e ritmato anche dal tiraccio di Meulenstein e dalla deviazione sotto misura di Venuti: sarebbero stati gol sicuri senza i riflessi felini del numero uno lombardo.

Un solo difetto, arcinotto e difficilmente ovviabile, ha palesato la squadra di Sottil: la mancanza di un centravanti strutturato. Con tutti quei po’ po’ di traversoni, sarebbe servito un attaccante diverso da Tutino e da Borini, il cui rientro – caldeggiato da tutto il popolo doriano – non è stato però baciato da una prestazione sufficiente. 

Sarebbe bastato, probabilmente, continuare su quei livelli per abbattere il muro bresciano ma verso il 35′, come stesa da un fulmine, la Samp spariva letteralmente dal campo e il Brescia, quatto quatto, iniziava a prendere il sopravvento. Al 40′ come prima avvisaglia di quanto succederà nella ripresa, ecco un’imperiosa testata del centravanti Borrelli respinta sulla linea fatale dal piazzatissimo, provvidenziale Bereszynski.

Si pensava ad un rilassamento momentaneo (la classica tirata di fiato) ma l’intervallo, invece di permettere ai blucerchiati di rifiatare e riordinare le idee, moltiplicava la convinzione delle “Rondinelle”: La girandola di occasionissime partiva con un fortunato intervento di Vismara che evitava col corpo un gol fatto rimediando ad un’uscita a vuoto. Compresa la difficoltà del momento, Sottil provvedeva a spedire sotto le docce Borini (applaudito nonostante una prova lontana dalla sufficienza) e Venuti a pro di Coda e Ioannou, ma la gara non mutava connotati, anzi…  Al 63′ una palla velenosa di Bertagnoli attraversava tutta la linea di porta doriana senza finire oltre: era il prodromo ad un vantaggio che gli uomini di Maran trovavano a capo di un’azione partita da corner sfruttando alla perfezione la superiorità fisica: sponda volante di Juric a favore di Bjarnason – 36 anni, un remoto passato alla Samp – che di testa, sul secondo palo, infilava comodo. L’ennesima distrazione di una difesa doriana che dall’inizio del campionato produce più balbettii che chiusure efficaci. 

Neppure il tempo di affidare la speranza ai nuovi entrati Pedrola e Benedetti, che Riccio, già ammonito, si faceva beffare dal furbo Borrelli, steso senza pietà per evitare che fuggisse verso la porta: secondo giallo e gara ancor più in salita.

Senza più calcoli, con la forza della disperazione, i padroni di casa ci hanno provato, ma in modo confuso e approssimativo, senza la necessaria lucidità.  Provvedeva un prodigio di Vismara a tenerli in vita prima che il Var – stavolta favorevole – pescasse un offside al principio del contropiede che aveva condotto gli ospiti al raddoppio. Sul taccuino della cronaca di parte doriana, solo una conclusione di Coda che non ha impensierito Lezzerini.

Valutato il match nella sua interezza, il pari non sarebbe stato uno scandalo, ma in altre gare erano stati i blucerchiati a raccogliere più del seminato. Al di là degli episodi, tuttavia, appare materia da psicologi comprendere cosa sia scattato nella mente dei sampdoriani da un momento all’altro: impensabile un crollo atletico.

In attesa che il trainer individui cause e rimedi, il piatto della classifica torna piangere: appena un punto in saccoccia nelle ultime due, abbordabilissime, gare ed ecco un inevitabile saluto alla zona playoff. proprio alla vigilia di un terribile ciclo di partite, che si aprirà con trasferta in casa del Pisa mattatore del campionato.

                 PIERLUIGI GAMBINO

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