Blackout out a Cittadella, sciupata una ghiotta occasione
La Samp di Cittadella è stata talmente brutta che nel cervello di parecchi addetti ai lavori è sorto persin uno strano sospetto: che mister Sottil, preso atto dei pareggi conquistati da tutte le avversarie dirette, si sia accontentato del passettino senza affondare i colpi.
La realtà probabilmente è ben diversa, e forse è persino peggio, poiché una prestazione così abulica e diversa anni luce da quella perlomeno gagliarda offerta contro il Mantova può lasciar pensare che si sia sottovalutato l’impegno.
Francamente, era difficile non battere una squadra che ha iniziato la gara in completa confusione, con le gambe tremolanti e senza un filo conduttore. Un avversario sul pezzo ne avrebbe approfittato: invece i blucerchiati si sono adeguati al non gioco manifestando una condotta di gara inaccettabile. Zero pressing, imprecisione nei passaggio, combattività pressoché nulla: pareva una sfida di fine campionato, ininfluente a livello di classifica. Ma se l’atteggiamento dei padroni di casa, mai vittoriosi quest’anno al Tombolato, era comprensibile, non poteva esserlo quello di una Samp che vincendo avrebbe compiuto un clamoroso balzo in avanti.
Sottil, dopo aver lasciato a Genova Kasami, vittima di una lieve noia muscolare, ha pure deciso di far rifiatare Meulensteen. Senza i due pilastri, si è rivisto il centrocampo balbettante di inizio stagione, imperniato su Yepes, con Benedetti e l’altro rientrante Bellemo, subito in tilt sia nella costruzione sia nel contenimento. Minori guai ha comportato la sostituzione dell’altro veterano, Romagnoli, con Vulikic. D’altronde come poteva l’attacco granata preoccupare?
Tuttavia, proprio dei locali, verso l’intervallo, è stato il solo tiro nello specchio dei primi 45 minuti: non semplicissima la deviazione in tiffo del portiere Vismara. Sul fronte opposto una sola azione degna di nota, sull’asse Coda-Tutino: assist dell’ex genoano e staffilata dal limite del suo partner a lambire il montante.
Si pensava che l’intervallo avrebbe portato consiglio al tecnico piemontese, che però ha deciso di confermare la formazione iniziale. La gara si è lievemente ravvivata, ma da qui a diventare avvincente ce ne passa. La Samp ha continuato a ruminare un calcio privo di nerbo e la sola palla-gol descritta sul taccuino appartiene ai veneti: al 68′ il diagonale di Tessiore, con la difesa doriana sbilanciata, è finito fuori di un niente.
Il pericolo corso ha consigliato Sottil a dare una spolverata all’assetto: in un sol colpo fuori Yepes, Benedetti e Venuti a pro di Maulensteen, Akinsanmiro e Depaoli. Il risveglio si notava, ma pallido pallido: vivacità in crescita, però polveri ancora bagnate. I granata, ormai in riserva di carburante, non contraccavano più, sicché Sottil, dopo aver avvicendato Bereszynski con Romagnoli, spediva finalmente in campo l’invocatissimo Pedrola, assente da… una vita per gli arcinoti problemi fisici. Mossa apprezzabile se non fosse che il sacrificato, invece di essere uno dei tre centrali difensivi, ormai privi di lavoro, è stato Coda, in teoria un destinatario delle potenziali imbeccate dello spagnolo.
Il virtuoso Estanis lasciava subito capire di che pasta è fatto. Da una sua conclusione, non irresistibile, scaturiva l’unico intervento del guardiano locale Kastrati. Poi, in apertura di recupero, un episodio che ha interrotto il sonno dei presenti: dribbling prolungato del baby talento, caduto in piena area dopo un contatto sospetto con Amatucci. Stavolta il Var non ha sposato la causa blucerchiata e forse è stato giusto così. Siamo onesti: la Samp non aveva combinato proprio nulla per ingraziarsi l’aiuto decisivo della sorte.
PIERLUIGI GAMBINO