Tre punti ti da regalare ad un popolo costretto a disertare
A Castellamare c’è chi pregustava il viaggio fino a Genova per appollaiarsi nel settore ospiti del Tempio. Si perché tale può essere considerato il Ferraris per chi ha vissuto a lungo nelle categorie inferiori frequentando impianti civettuoli. La delusione, insomma, non appartiene solo al 99,9 degli abbonati della Samp, inappuntabili come comportamento e puniti senza colpe per le bravate di uno stuolo di teppisti travestiti da tifosi.
L’atmosfera spettrale che ha vissuto la nobile Juve di Thiago Motta coinvolgerà anche l’altra Juve, quella plebea di origine campana. Identico sentimento mostreranno i calciatori di Sottil, legatissimi al loro popolo e convinti della sua importanza nei cimenti casalinghi. Mettiamola così: un successo, il quarto consecutivo (considerando tale il pareggio nel derby tramutato in una gioia immensa ai rigori), sarebbe una consolazione poderosa per chi dovrà forzatamente restare a casa.
I valori in campo comunque non muteranno solo perché si giocherà a porte chiuse. Yepes e compagni sono lanciatissimi, hanno abbattuto l’ostacolo della sfiducia e non temono più alcun avversario, almeno in cadetteria. Catechizzati dal mister piemontese però, non commetteranno errori di sottovalutazione, davvero immotivatati, principalmente per due motivi. Il primo si lega al curriculum probante dei gialloblù campani, che stanno marciando a ritmo playoff facendosi beffe dello status iniziale di matricola, che dovrebbe spingerli a procedere rasoterra. Definirli squadra rivelazione non è un controsenso, tenuto conto dei risultati acquisiti: tre successi, due pareggi e altrettante sconfitte. E anche il dato dei gol segnati e subiti, in perfetta parità, invita a bandire le distrazioni.
La Juve Stabia non è provvista di nomi noti: in gran parte i suoi pedatori provengono dalla terza serie, ma si sono ambientati alla perfezione, e identico discorso vale per il loro allenatore Pagliuca (solo omonimo del grande Gianluca), alla primissima esperienza come responsabile in serie B. Modulo base è il 3-4-2-1, che garantisce equilibrio tra i reparti ma non arrendevolezza. Il gioco è spumeggiante, basato sulla velocità e sulla corsa, in ossequio alle caratteristiche perenni della cadetteria.
Servono attenzione e prudenza anche perché la Samp, pur in nettissimo progresso nelle ultime partite, non è ancora una macchina perfetta. Per ora si impone grazie alla superiorità dei suoi individui, ma a livello di espressione collettiva può ancora compiere diversi “step” significativi: resta un cantiere, che Sottil sta gestendo e modellando secondo le sue idee tattiche.
La formazione di partenza non è scontata ma poco di manca. L’infortunio a Romagnoli ha tolto di mezzo il centrale dei centrali difensivi, ma Riccio ha superato tutti gli esami finestra e non può essre più considerato né un’incognita né una riserva. Capitan Beres finalmente si è calato nei ritmi della serie B e a sinistra Vulikic è una garanzia. I fronte esterni è guarnitissimo, ma non si potrà che iniziare con la coppia Venuti-Joannou, che sforna a getto continuo assist e gol. E se i dioscuri d’attacco erano attesi e straconosciuti, anche i due di fascia si stanno rivelando armi improprie efficacissime, in grado di fare la differenza.
In mezzo al campo non è disponibile Vieira, altra vittima di guaio muscolare (e il numero degli “stirati”comincia a farsi cospicuo…), ma si tratta pur sempre di un’alternativa. Yepes ha il posto garantito, Bellemo dovrebbe vincere la concorrenza di Meulensteen, ma sul terzo nome prende corpo una novità suggestiva: fuori Benedetti, che a Modena non ha incantato, e dentro il più invocato dei calciatori doriani: ovviamente quel Kasami che lo scorso anno, prima del crollo nell’ultimo mese, era stato il più redditizio degli uomini d’offesa. Sottil ha atteso che il macedone approdasse ad una forma accettabile e ora è pronto a lanciarlo tra gli eletti. Col prode Pajtim a sfornare pregevoli imbeccate (di piede e di testa), chissà che pacchia per i bomber designati, Coda e Tutino, i quali hanno solo fame di degni rifornimenti.
Altri tre punti in carniere significherebbero approdo al centroclassifica, con vista sulla zona playoff, da raggiungere a breve giro di posta. Sognare non è vietato, anzi è il “sale” del calcio. Peccato solo quei gradoni deserti stemperino il contagioso entusiasmo.
PIERLUIGI GAMBINO