Settembre 21, 2024

La Samp ritrova compattezza, fiducia e tre punti pesanti

Gli ultimi raggi dell’estate illuminano il cammino di un Samp, che risorge dalle ceneri cosentine, offre una prestazione all’altezza e  spezza l’incubo di una vittoria che non arrivava. Francamente, di più non si poteva attendere dalla partita contro il Sudtirol, disseminata di trappoloni. Dimostrando di aver assorbito la mentalità e anche le direttive tattiche di mister Sottil, l’undici blucerchiato ha iniziato a mettere in mostra quelle prerogative che tutto l’ambiente si attendeva da tempo. Sin dai primi minuti, si è avvertito il cambio di pelle: pressing alto, organizzazione in mezzo al campo, disposizione di tutti al sacrificio, alla corsa, ad un calcio propositivo. Intendiamoci, non una Samp da far brillare gli occhi, ma finalmente un collettivo compatto, esaltato dalla sagacia del regista Yepes e dal rispetto assoluto delle disposizioni ricevute. Finalmente una squadra umile, sul pezzo, composta da giocatori in grado di interpretare al meglio entrambe le fasi. Manovra perfettibile, per carità, ma giocando corti, si soffoca l’avversario provando anche a fargli la festa.

Per venti minuti, fase di studio, nella quale ambedue i team hanno cercato di controllarsi a vicenda. Occorreva un lampo, ed eccolo prodotto da una disascalica trama corale: magnifico il cross da sinistra di Veroli (esame strasuperato il suo, sia in fase difensiva, sia nella propulsione), spizzata di Bellemo a centro area e sontuosa staffilata al volo di Venuti, con palla incastrata all’incrocio. Rete da rivedere e da ammirare, ma – soprattutto – la fine di un tabù che iniziava a farsi preoccupante.

Nei minuti successivi emergevano nitidamente i progressi della Samp, più libera psicologicamente e sempre attenta e costante. Le punte non si rendevano granché pericolose, ma che importa: stavolta occorreva un altro tipo di apporto nel rincorrere ogni avversario. Compito svolto alla perfezione.

Il Sudtirol non è squadra da promozione, ma neppure un’Armata Brancaleone, solo che stavolta ha trovato un antagonista degno. Qualche tantativo di pareggiare lo ha prodotto, in specie con il gigantesco Odogwu appena prima del riposo, ma dopo che lo scatenato Venuti, al 39′, si era disteso in avanti e dal limite aveva fatto vibrare la traversa. Sarebbe stata la fine delle sofferenze, ma l’episodio ha comunque confermato che l’ex viola non è sceso in B con jattanza e superficialità. Stavolta è toccato a lui salire sul proscenio, in match precedenti al suo dirimpettaio Ionnaou: ergo, le fasce sono presidiate alla grande anche in offesa.

La ripresa ha messo in vetrina un’altra Samp, quella in versione operaia, conscia di dover soffrire ma mentalmente preparata e indomita. Sottil dapprima ha fatto rifiatare Venuti, sostituito dal pari ruolo Depaoli e dopo l’ora di gioco ha scatenato un’ovazione sugli spalti decidendo finalmente di proporre in campionato uno dei calciatori più amati, Kasami (reduce da un mese abbondante in… naftalina), che si rivelerà completamente recuperato alla causa. I blucerchiati, acquattati a protezione del riposo, ma senza difendersi passivamente, alla fin fine, hanno rischiato una sola volta, quando Arrigoni su punizione, ha centrato il palo, favorito anche da una pessima lettura del portiere Silvestri, il quale poco più tardi combinerà un pasticciaccio, rimediato peraltro con una paratona su Merkaj. Un unico brivido, peraltro bilanciato da alcuni contrattacchi blucerchiati, utili se non altro a tenere sul “chi va là” la retroguardia biancorossa e a conferire piena legittimità ad un successo nitido, tutt’altro che rubacchiato.

Per la Samp è l’alba di un nuovo giorno, con vista già sulla stracittadina infrasettimanale. Il morale ritrovato è un propellente impareggiabile, anche se mister Sottil ha già ricordato ai suoi che nel prossimo weekend, a Modena, non si potrà sbagliare.

                            PIERLUIGI GAMBINO

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