Novembre 23, 2024

Col Sudtirol altra rivoluzione, sperando che sia l’ultima

Sampdoria

Bisogna vincere, costi quel che costi, ma non è una novità bensì un ritornello che si ascolta da innumerevoli vigilie di campionato. A volte, rubacchiare una vittoria, magari grazie ad un golletto casuale, può guarire da sindromi antiche: ben venga dunque un aiuto dalla sorte, sinora nemica di colori bluerchiati, ma per ingraziarsela serve anche un cambio di rotta.

Mister Sottil per la prima volta ha potuto lavorare a pieno regime, senza impegni infrasettimanali e viaggi in Nazionale, ma basterà qualche allenamento in condizioni ottimali per trasformare la vaporiera ansimante vista all’opera di recente in un Frecciarossa inarrestabile? Restando sempre in tema ferroviario, il macchinista piemontese qualche vagone lo sostiruirà. Vrro che la costante sarabanda nelle scelte è sintomo di confusione e non aiuta a trovare la quadra, ma dopo il tracollo di Cosenza fermarsi a qualche ritocchino sarebbe autolestionistico. In compenso è altamente improbabile un variazione di assetto: l’organico è considerato più adatto alla difesa a tre, e pazienza se parecchi neo-doriani erano abituati alla “quattro”.

Quale che sia il sistema tattico, Sottil ha promesso, in vista della partita casalinga contro il Sudtirol, che deciderà in base alla “fame” mostrata dai suoi ragazzi negli allenamenti e negli atteggiamenti, ed è su questa base che si può preconizzare l’ennesima rivoluzione, sperando che sia quella definitiva. Partiamo dagli elelenti base.Non ci piove su Silvestri portiere tratitolare, cosiccome sulla coppia di assalitori. Coda rientra fra i rari individui sinora promossi a pieni voti, ma è fuori discussione pure il suo partner Tutino, che pare aver smaltito a tempo di record l’acciacco che gli aveva vietato il ritorno a Cosenza. Altro giocatore sicuro del posto è l’esterno sinistro Ioannou, che già in terra calabra, come subentrante reduce da lieve guaio fisico, aveva brillato oltre a segnare, pur platonicamente. 

Ai succitati si aggiunga Riccio, il cui esordio in blucerchiato è stato più che sufficiente: solo lui ha evitato il naufragio in una retroguardia disastrosa, Resta da assegnargli una posizione ben precisa: centrale dei centrali o braccetto di destra al posto di Bereszynski, di gran lunga i più deficitario dei doriani in questo primo spezzone di campionato? In mezzo al reparto non può rientrare Romagnoli, ancora fermo ai box, ma c’è la candidatura di Alex Ferrari, il quale, dopo un anno trascorso tristemente in tribuna, appare pronto a tornare in trincea. Al posto del polacco potrebbe anche esibirsi Venuti, che come esterno deve battersela per un posto con Depaoli, altro giocatore non esente da critiche. Come braccetto di sinistra è in atto un ballottaggio tra Vulikic, non disastroso ma neppure rassicurante, e Veroli, tra gli ultimi innesti, ormai ambientatosi tra i blucerchiati. Le sue azioni stanno lievitando.

Ed eccoci al centrocampo, forse il settore più bisognoso di un sano maquillage. La gara al Marulla ha dimostrato che Yepes è imprescindibile nelle mansioni di “regista”, anche per mancanza di reali concorrenti. Crescono anche le quotazioni di Benedetti, senz’altro come incursore e preferibile ad Akinsanmiro, il quale si sta rivelando ancora acerbo. Resta una maglia da assegnare, quella di mezz’ala. Bellemo, sinora il titolare, non sta incantando e dovrebbe riposare a vantaggio di Meulensteen oppure di quel Vieira che in Calabria è naufragato ma ha il vantaggio di conoscere a fondo i suoi probabili compagni di reparto. Ma attenzione: finalmente si prospetta il rilancio di un calciatore che l’anno scorso è stato a lungo protagonista prima di perdere il posto e finire nel dimenticatoio. Ci riferiamo a Kasami, insistentemente invocato dai tifoi ma sinora ignorato sia da Pirlo sia da Sottil. Inutile forse aggiungere che a livello di talento puro (in attesa di Pedrola) è senz’altro il miglior bue della stalla.

Il popolo doriano, al di là della vittoria, auspica un cambio di mentalità, una metamorfosi nel carattere e nell’approccio. D’altronde, non esistono alternative se si intende piegare un avversario non trascendentale tecnicamente ma per tradizione scomodo, tetragono, duro a morire, perfettamente calato nel clima della serie B che premia soprattutto fisicità e rabbia agonistica. La compagine bolzanina ha già regato qualche dispiacere ai blucerchiati e non si sente appagata dal roboante 3-1 ottenuto lo scorso week-end a Reggio Emilia. Il centravanti Odogwu (un armadio a tre ante), la seconda punta Casiraghi, l’esperto centrocampista Kurtic, l’esterno Molina e il centrale difensivo Ceppitelli (sofferente per un lieve infortunio e in dubbio) si stagliano in un collettivo comunque armonico e funzionale. Giocatori di categoria non eccezionali ma con una prerogativa che in casa Samp si invidia certamente: la serenità.

                      PIERLUIGI GAMBINO

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