Dicembre 26, 2024

SAMP, UN PUNTO CHE SUSCITA PIU’ SOLLIEVO CHE RIMPIANTI

sampdoria pirlo

Il calcio è questo, signori: la fiera delle contraddizioni. Il Como domina per oltre mezz’ora e comunque combina più della Samp anche nei minuti successivi, ma sono i blucerchiati a passare a metà ripresa. A quel punto, la vittoria doriana pare in ghiacciaia, considerato il calo nettissimo dei lariani, ma quando meno te l’aspetti arriva il pari, peraltro strameritato, col quale la partitissima del quint’ultimo turno va in archivio.

Poteva finire meglio per i blucerchiati, ma anche molto peggio: ecco perché il punto, alla luce dei mancati successi di tutte le avversarie dirette per un posto al sole, risulta ugualmente favorevole. Quante squadre avrebbero resistito alle folate comasche in quei 30 minuti iniziali di assoluto monologo? Un bell’8 in pagella va assegnato al portiere Stankovic, sempre più incidente nell’economia sampdoriana. Il resto del merito va ascritto ad una difesa non perfetta ma più robusta del solito grazie al rilancio di Piccini, la cui esperienza, unita ad una caratura individuale ben oltre la media, ha determinato il salto di qualità. Certo, qualche palla gol i ragazzi di Fabregas la costruiscono, fallendo nel momento topico per… eccessiva precisione: troppe, infatti, le conclusioni centrali invece che angolate. E la Samp ringrazia fervidamente.

Secondo abitudine, la banda di Pirlo… esce dagli spogliatoi dopo una bella fetta di primo tempo. L’ennesimo approccio scadente, accentuato dalle trame sempre spettacolari degli ospiti, capaci di parcheggiarsi a lungi nella trequarti locale. La loro unica colpa è di aver graziato i padroni di casa, che non avrebbero potuto mantenersi su quei ritmi dopolavoristici vita natural durante.

L’ultimo spezzone di tempo diventa più equilibrato e Yepes sale di livello iniziando a imbeccare i compagni con traiettorie felici. Nulla di clamoroso, s’intende, ma se non altro Borini, prima dormiente, impegna in angolo il portiere lombardo e poco più tardi è Ghilardi, accompagnatosi con una manata galeotta, a sollevare sul proscenio l’ex genoano Semper con una parata da antologia.

Due minacce, le sole, ad intervallare la superiorità degli ospiti, che ogni qualvolta giungono nei pressi dell’area di Stankovic procurano i sudori freddi ai 25 mila cuori doriani sugli spalti. Ma la Samp divnta sempre più reattiva e accetta di giocarsela e a ripresa inoltrata. Così, apprima costringe Semper ad una miracolosa deviazione su tiraccio di Stojanovice e poi passa all’incasso grazie ai due giocatori rimpianti eccome durante la loro prolungata, contemporanea assenza per infortunio: assist di Esposito (che sino a quel momento aveva combinato pochissimo) a favore di Borini, che azzecca un diagonale a filo d’erba diretto nell’angolino opposto. Una prodezza che dà ragione a chi, come noi, pensa che la Samp, con quel ben di Dio squadernato in prima linea, può sempre trovare la via della segnatura, anche quando gli antagonisti appaiono più ispirati.

A quel punto, il più sembra fatto, anche perché il Como non è più la schiacciasassi ammirata in precedenza ma si sfilaccia, in preda a stanchezza e demoralizzazione. La svolta favorevole agli azzurri è cagionata dai cambi, più o meno forzati, in casa Samp: fuori Borini per uno spento Pedrola, il gladiatorio ma dolorante Piccini per il baby Leoni e De Paoli per Benedetti, assente da lunga pezza e ancora arrugginito. La difesa inizia a ballare, a centrocampo si perdono le misure e in avanti inizia la latitanza. Il Como non ne ha quasi più, ma trova la forza di incidere nella carne molle di una retroguardia doriana non più così rocciosa: fatale un mischione davanti a Stankovic, con primo tentativo del coloured Nsame respinto a fatica e comodo tap-in di Cutrone, bomber di vaglia.

Una beffa? Forse sì, ma sarebbe ingeneroso e illogico disconoscere i buoni diritti degli ospiti, sicuramente degni della piazza d’onore. Per la Samp questo punto è un altro segnale del destino, dopo i pali provvidenziali di Bari e Palermo e il regalone arbitrale della Spezia.

A proposito di arbitri: stavolta, il fischietto designato, Camplone, ha diretto in modo pessimo, attirandosi le sacrosante lamentele del clan doriano, danneggiato spesso da decisioni incomprensibili. Mercoledì a Lecco mancheranno per squalifica Borini, Depaoli ed Esposito, autore nel finale di un’entrataccia evitabilissima. Mettiamola così: ripulirsi la fedina penale proprio in vista del viaggio più comodo dell’anno chissà che non si riveli un vantaggio…

                 PIERLUIGI GAMBINO

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