NON BASTANO VENTI MNUTI DI SAMP, ORA PIRLO RISCHIA L’ESONERO
La Samp dura una ventina di minuti, chiude il primo tempo in vantaggio, ma dopo l’intervallo sparisce dal campo e si fa rimontare e superare da una Salernitana più tecnica e volitiva. Si aggrava così la crisi dei blucerchiati, che in tre partite hanno raccolto la miserie di un punto finendo nella cantina della graduatoria, rendendo estremamente critica la posizione di mister Pirlo. Se la sfida casalinga col Bari non fosse programmata fra quattro giorni, il destino del trainer bresciano sarebbe stato segnato. Così, potrebbe essergli concessa un’ultima chance, ma di sicuro la sconfitta dell’Arechi costringe la dirigenza ad attente e approfondire riflessioni, dalle quali potrebbe uscire qualsiasi tipo di provvedimento.
E dire che i blucerchiati erano riusciti a raddrizzare con ammirevole prontezza una partita avviata in modo choccante: 15 secondi appena e la palla era già nel sacco doraino dopo un’incomprensione tra Romagnoli e il portiere Vismara (all’esordio dal primo minuto), colpevole di un controllo di palla suicida.
La disavventura avrebbe steso un toro: non gli attaccanti doriani, che sono assurti ad assoluti protagonisti. Immediato il pari confezionato da Coda con un lancio in verticale per il partner Tutino, abile a superare nello scatto difensori e portiere granata. Il prosieguo apriva il cuore alla speranza di ogni tifoso doriano. Quei due in avanscoperta – in specie l’ex cosentino – parevano assatanati e inarrestabili, comunque assistiti in modo accettabile da compagni grintosi e determinati il giusto. La mini-rivoluzione attuata da mister Andrea (dentro Veroli in difesa e Depaoli, Meulensteen e Benedetti a centrocampo) sembrava fruttuosa: tanto che non si aspettava altro che il terzo gol di un Doria ben più risoluto e pericoloso.
Il finale di tempo era di marca locale, ma senza che la difesa ospite corresse un solo rischio: altro motivo di pallida fiducia. L’intervallo, però, portava consiglio alla Salernitana e addormetava letteralmente i blucerchiati, tornati in campo senza più combattività, dinamismo, autorità: una squadra scomparsa dal campo in modo inspiegabile. Vero che ogni qualvolta la Samp superava la metà campo facev tremare la burrosa terza linea dei granata, ma si trattava di incursioni sporadiche. In una di queste l’incerto arbitro Feliciani premiava di primo acchito Veroli con un rigore per un presunto fallo subito in piena area: la revisione al Var restituiva giustizia e non va quindi considerata una beffa.
Fattostà che da quel momento (correva il 57′) la gara si trasformava in un monologo. Tutti i blucerchiati apparivano stanchi e timorosi, ma anche incapaci di erigere un’efficace Maginot davanti al proprio portiere. Normale che, dopo più di un brivido, arrivasse lo strameritato pari dei locali su incornata di Valencia a centro area: gran bel gol, ma la difesa avversaria si è lasciata sorprendere iin modo assai ingenuo.
Al 70′ ecco Pirlo reagire sostituendo Benedetti e Tutino con Akinsanmiro e Sekulov: tanto per rinfrescare la linea d’attacco. Non pervenuti nei minuti successivi, ancora appannaggio dell’undici di Martusciello, per nulla appagato dal pareggio. All’85’, ineluttabile, il sorpasso nel punteggio: Braff ha colpito quasi indisturbato dal vertice mancino dell’area e la sfera, dopo due lievi deviazioni degli straniti gendarmi doriani, è finita oltre Vismara, neppure lui impeccabile.
Beffarda, quasi una presa in giro, oltreché isterile, la doppia mossa attuata da Pirlo all’inizio del recupero: fuori Bellemo e Meulenstein, da tempo sulle ginocchia e dentro Kasami e La Gumina, appena usciti dal limbo dei possibili partenti. L’ennesimo segnale che il Campione del Mondo è in confusione e alle prime difficoltà di qualsiasi partita non si raccapezza più.
L’equipaggio per fare razzie nei mari della serie B non manca certo alla Sampdoria, ma il timoniere è all’altezza?
PIERLUIGI GAMBINO