Genoa, assetto immutato ma qua e la affiorano problemi
Una lieve inquietudine percorre la mente dei tifosi genoani, frastornati e dubbiosi in merito alle intenzioni dei nuovi proprietari (dopo il progressivo distacco dei 777) e alquanto seccati per le voci sempre più insistenti di un passaggio di Gudmundsson alla Fiorentina. Secondo noi è fuori strada chi considera un tradimento ai 28 mila abbonati l’eventuale addio dell’islandese. La società da almeno sei mesi parla – senza mai contraddirsi – della necessità di cedere uno dei “gioielli”, e la partenza di Martinez non pare proprio aver risolto definitivamente il problema. Le recenti dichiarazioni del sovrintendente Spors, se lette in filigrana, non vanno interpretate come una sicura conferma di Albert e di Retegui, ma come un’apertura verso qualsiasi club interessato, a patto che la contropartita sia congrua. Il Genoa non ha l’assoluta esigenza di vendere a qualsiasi costo, sicché non accetterà baratti sconvenienti o assegni di ridotta entità, ma l’unico elemento considerato incedibile non è un attaccante bensì Frendrup, l’architrave di tutto il centrocampo. Se la Viola dovesse confermare l’offerta di 25 milioni – cinque subito, altri venti nel 2025 – la dirigenza inizierebbe a traballare.
Basilare sarà comunque evitare di destabilizzare la piazza sino sino agli ultimi giorni di mercato. Se uno dei bomber deve partire, che vada via presto, così da essere sostituito degnamente. Gilardino ha bisogno, nelle ultime settimane di precampionato, di conoscere su chi potrà contare nel corso della stagione. Intanto, il piccolo guaio muscolare occorso allo scandinavo, l’infortunio più serio di Ekuban e l’infezione di Ankeye hanno smembrato la prima linea: tanto che il mister ha chiesto a mezza voce un innesto a breve giro di posta.
Le prime amichevoli stagionali hanno riacceso i riflettori su una carenza che noi non ci siamo mai stancati di evidenziare: chi in regìa se il 36enne Badely dà segni di stanchezza? Malinovskyi è tutto meno che un “meneur de jeu” e Bohinen ha mostrato precisi limiti. Pur contando anche Thorsby, forse manca una mezzala di inserimento, che possa concludere dal limite dell’area. Servirebbe insomma un giocatore eclettico, in grado di comandare il gioco e, all’occorrenza, offendere con una certa efficacia.
Terzo busillis: manca un’alternativa a Martin sulla fascia sinistra, possibilmente più idonea dello spagnolo alla fase di copertura. Sabelli adattato è un palliativo: occorre un acquisto, tantopiù che Matturro, oggetto di valutazione nel ruolo, si è seriamente infortunato e resterà fuori parecchio tempo. Il suo stop, abbinato a quello di Marcandalli, altro baby particolarmente attenzionato, riduce numericamente anche il parco difensori, ma i quattro… abili e arruolati tranquillizzano.
Così, ad una manciata di giorni dall’esordio in Coppa Italia e a due settimane dal vernissage contro l’Inter (a propria volta priva del nuovo acquisto Taremi e con Lautaro non ancora rientrato dalle vacanze), il Genoa, che appariva invidiabile per aver mantenuto invariato l’antico assetto (anzi, con un Messias e un Malinovskyi senza più handicap di ordine fisico), si scopre vulnerabile un po’ in tutti i settori. Nulla di allarmante, vale ribadirlo, ma Gila improvvisamente è stato costretto a bussare a rinforzi. Siccome c’è tempo per rimediare, chissà che certi guai non siamo venuti per nuocere…
PIERLUIGI GAMBINO