Sfida con molte trappole, un punto può bastare

La serie B è un mondo alla rovescia che spalanca alla vista sfide pazzesche come Juve Stabia -Sampdoria. Non un testacoda ma quasi, che oppone la matricola campana – inizialmente protesa solo a salvarsi – in quinta posizione e i blasonati blucerchiati – indiziati ad agosto di uccidere il campionato – ad un niente dall’abisso.
Una partita strana, con in palio una posta relativamente importante per i padroni di casa e, per contro, vitale per gli ospiti. Le vespe campane ci tengono a punzecchiare una rivale così prestigiosa e a chiudere la regular season con i tasca i playoff, da considerarsi il massimo traguardo raggiungibile e gradito. La graduatoria cadetta, lassù in cima, è piuttosto sgranata, anche se nessuna posizione risulta giù definita. Gli juventini del sud distano sole tre lunghezze dalla Cremonese quarta in classifica e vantano due solo punti di margine attivo sul Catanzaro e ben cinque sul Palermo. Situazione fluida, insomma, ma in certi contesti quanto vale dare un’occhiata a punteggi e piazzamenti?
Nel segno del carpe diem, cercando di sfruttare il vento a favore, la balda combriccola gialloblù scenderà in campo senza fare troppi calcoli e con un entusiasmo infinito. Per la cronaca, non perde dal 1° marzo, quando fu (ironia della sorte) proprio lo scalcagnato Cittadella a vestirsi da corsaro. A ciò si aggiunga la scoperta felicissima di un bomber implacabile, Adorante, di scuola Inter ma solo da qualche mese, a 25 anni suonati, assurto alla notorietà. Ma attenzione: l’attaccante risulta acciaccato e mister Pagliuca ne pone addirittura in dubbio l’utilizzo. Un suo forfait sarebbe una notiziona per Altare e C. che comunque dovranno controllare anche i suoi compagni, che corrono tutti come spie capitalizzando un alleato speciale, il fondo in sintetico, che falsa rimbalzi e traiettorie del pallone, mandando in confusione chi non è abituato a calpestarlo.
La Samp dovrà adeguarsi sia al terreno particolare, sia all’ambiente di uno stadio da 14 mila posti, senz’altro meno ospitale di fronte alle arene delle grandi città, anche se parecchia simpatia riscuote il vecchio Doria, nel segno dello stabiese attualmente più noto, un certo Fabio Quagliarella.
Si prospetta dunque un impegno delicato, ma da qui a considerare la trasferta in Campania un impegno proibitivo ce ne passa. Il successo sul Cittadella ha iniettato una dose massiccia di fiducia, da riversare però nei 90 minuti ufficiali. E sotto questo aspetto il nuovo direttorio doriano può esprimere qualità psicologiche di primissimo livello.
Chicco Evani è conscio che il prossimo match presenta insidie superiori a quello appena archiviato e in questa settimana ha agito ancora sul piano delle motivazioni, non disdegnando qualche ritocco al quadro tattico. Quanto all’undici iniziale, non si prevedono rivoluzioni, ma qualcosa cambierà. Niang ha trascorso gli ultimi giorni nell’ovatta, allenandosi quel tanto da mantenere i muscoli tonici senza però rischiare peggioramenti di uno stato fisico non perfetto. A Castellamare partirà fra i titolari, semplicemente al posto di Coda, apparso in progresso ma ancora giù di tono. D’altronde, mister Chicco ha già provveduto ad escludere un loro contemporaneo impiego. Sibilli, eroe sabato scorso, meritano una riconferma, mentre Depaoli dovrà vincere la concorrenza di Oudin e Akinsanmiro.
A centrocampo ci si avvia ad un trio di conferme con Ricci sicuro in regìa e ai suoi lati Vieira e Benedetti, elogiati entrambi dao trainer nella conferenza pre-gara. Infine, sulla fascia difensiva di destra dovrebbe spuntarla capitan Bereszynski, che ha scontato la squalifica, con l’esclusione di Venuti, in ballottaggio con Beruatto per l’out mancino. Nulla di nuovo, invece, al centro, con Altare e Curto strasicuri di rimanere tra gli eletti. Veroli, alle prese con una frattura mandibolare, non potrà essere del match.
Evani si aggrappa a Niang, l’unico individuo in grado di fare la differenza e chiede ai suoi maggiore possesso palla, anche come mossa difensiva, e qualche combinazione più ficcante tra gli attaccanti, ma senza mai sguarnire le retrovie con improvvisi sbilanciamenti. Sì perché anche in casa Samp si fanno due conti e si scopre che la vittoria sarebbe tanta manna ma anche il pareggio consentirebbe di rispettare il piano salvezza.
PIERLUIGI GAMBINO