Febbraio 1, 2025

Il cuore oltre l’ostacolo e l’incubo è svanito

Semplici

Sampdoria

La Samp incassa alla quattordicesima e “vede” finalmente l’uscita dal tunnel in un pomeriggio dai contenuti calcisticamente drammatici. Segnare e imporsi in dieci contro undici resta un’impresa rimarchevole pur facendo la tara sul valore di un avversario, il Cosenza, confermatosi malandato e disarmato come sta dimostrando ormai da un mese e mezzo. I “se” e i “ma” non cambiano il mondo, ma è lecito chiedersi come sarebbe finita se al posto dei calabresi fosse scesa in campo una squadra di altra caratura e, nel contempo, con quale risultato il match sarebbe passato agli archivi senza l’imperdonabile ingenuità di Vieira, che ha lasciato i blucerchiati in dieci per un’ora abbondante.

La mezz’ora iniziale è la fiera delle brutture, con due squadre incapaci di azzeccare tre passaggi di fila e soltanto dedite ad interrompere i tentativi altrui anche con qualche rudezza. Non sortisce frutti la scelta di Semplici, che lascia ancora fuori Coda, inserendo alle spalle di Niang due mezze punte appena planate sul suolo doriano: Oudin non si coprirà certamente di gloria, mentre Sibilli alternerà giocate decenti a lunghe latitanze.

Per registrare un’emozione deve scoccare la mezz’ora, quando il portiere Perisan, all’esordio in blucerchiato, si distende sulla sua destra svellendo dall’angolo il pallone inzuccato da Mazzocchi. Un minuto più tardi, il fattaccio. Vieira, già ammonito, non solo perde un agevolissimo pallone ma per scongiurare la ripartenza ospite trattiene visibilmente Mazzocchi lasciando i compagni in dieci e attirandosi gli strali di uno stadio intero. In quell’attimo i peggiori incubi frequentano il popolo doriano, già proteso ad assistere ad una discesa agli inferi. 

Qualsiasi squadra cadetta che non sia il Cosenza o il Frosinone proverebbe perlomeno a capitalizzare il vantaggio numerico, ma l’impotenza degli ospiti consente un comodo cabotaggio da parte di Ferrari (sontuoso per puntualità e carisma il suo rientro dopo lunga pezza) e compagni, che non rischiano mai in fase difensiva e al tramonto del primo tempo colpiscono al primissimo tentativo grazie al loro capitano, l’impareggiabile Depaoli (forse il solo blucerchiato in grado di guadagnarsi spazio anche in serie A) che, non pago della doppietta centrata a Mantova, trova il tap-in vincente dopo una paratona del portiere Micai su testata di Riccio.

La ripresa decolla senza novità nelle formazioni. Il Cosenza ci prova, pur in modo confusionario e tecnicamente modesto e al 5′ timbra il palo con D’Orazio, impreciso sul secondo tentativo. Sale la pressione dei rossoblù, ma la Samp regge e, anzi, appena può prova a sfruttare le praterie a disposizione con un Niang scatenato in campo largo. 

Prima dell’ora di gioco ecco Ricci, l’unico rincalzo del centrocampo a disposizione, in cambio di Oudin, non troppo efficace e subito dopo è forzata la sostituzione di Perisan (infortunio muscolare e futuro in infermeria al fianco del titolare Ghidotti) con Vismara, che offrirà parate convincenti e momenti di insicurezza forieri di… brividi per il pubblico di casa. Più passano i minuti, più la Samp pare finalmente aver vinto la propria personalissima battaglia con la… paura di vincere. Yepes, tra i meno peggio già nel primo tempo, sale di tono nel pressing e nella pulizia di tocco, imitato da Depaoli, indomito trascinatore e, nella fase conclusiva del match, da un commovente Coda, sostituto di Niang e solo in avanscoperta. 

Neppure la perdita di Ferrari, uscito dal campo zoppicante e sostituito da Vulikic (ultimo difensore disponibile), allenta le maglie della cerniera blucerchiata. Vismara è reattivo su un’iniziativa insidiosa di Garritano, ma all’88’ esce a vuoto e viene salvato da Veroli, provvidenziale nel respingere la conclusione di Artistico a porta sguarnita. Nei sette (un’esagerazione!) minuti di recupero concessi dall’arbitro Di Bello non accade più nulla di rilevante, ma a fronte delle carenze indiscutibili dei calabresi dobbiamo rimarcare finalmente la gagliardia dei blucerchiati che, forse caricati e compattati dall’espulsione di Vieira e sospinti da un tifo incessante, portano a casa la posta lanciando il cuore oltre l’ostacolo. Al di là dei tre punti, preziosi come sorsi d’acqua nel deserto, è proprio la risposta collettiva di fronte alle difficoltà il messaggio più incoraggiante lanciato dai guerrieri di Semplici.

                      PIERLUIGI GAMBINO

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