Aprile 25, 2025

Serve cinismo per scongiurare il sorpasso

Il Genoa la spunta nel finale, Venezia battuto 2-0

Patrick Vieira non ha mai perso al cospetto di una provinciale. Già, ma si può definire tale il Como, matricola finché si vuole ma gratificata dai milioni che il proprietario più facoltoso del nostro calcio ha immesso a piene mani? La squadra lariana è un “unicum” del nostro panorama pallonaro, caratterizzato da crisi societarie e continui cambiamenti di assetto. L’obiettivo per il prossimo campionato è l’approdo in Europa, ma quello attuale merita già un plauso: salire in cima alla colonna a sinistra della classifica, magari insediando il Toro, decimo con quattro punti in più.

Il Genoa, ospite al Sinigaglia nello scomodissimo orario prandiale, ci terrebbe, per ragioni di orgoglio, a scongiurare il sorpasso in graduatoria: impresa non proibitiva, ma stavolta più ardua del solito, almeno a giudicare dal differente momento attraversato dalle due squadre. Gli azzurri lariani hanno incamerato dieci punti nelle ultime quattro esibizioni, mentre il Grifo, pur senza sbracare, sta accusando un fisiologico rallentamento, dovuto ad una salvezza conquista in anticipo, alla legittima necessità di saggiare qualche elemento in prospettiva futura e anche alla consueta, massiccia catena di infortuni. Proprio quest’ultimo fattore appare condizionante: se in difesa si registra ancora abbondanza, in mezzo al campo e soprattutto in avanti le scelte saranno dettate più dal medico che dall’allenatore.

Ipotizzare una formazione stavolta è più difficoltoso del solito. In retrovia lievitano le chances di un ritorno di Bani, finalmente ristabilito: un baluardo prezioso quando di fronte ci si trova un undici proteso all’offesa. De Winter, sempre utilizzato negli ultimi mesi, meriterebbe forse di rifiatare, ma non è da escludersi che non venga dirottato sulla fascia destra, per irrobustire la cerniera. Vieira certamente concederà minutaggio ad Ahanor, 17 anni, appena tornato dopo un lungo infortunio: la sua strabordante fisicità merita di essere ammirata, se non al posto di Martin in terza linea, più avanti a sinistra nella 4-2-3-1: resta da stabilire se dal primo minuto o in corso d’opera.

In avanti la sola maglia garantita è per Vitinha, nella speranza che si creino finalmente le premesse per un suo utilizzo ideale. Il portoghese agirà in mezzo, e resta solo da decidere se al posto o immediatamente alle spalle di Pinamonti, sempre più involuto e demotivato. Anche Thorsby sarà della partita, al pari della solita coppia di mediani Frendrup-Masini.

Oltre ad Ahanor, pure Norton-Cuffy, non brillantissimo contro la Lazio, ed Ekhator potrebbero godere un impiego part-time, ma non va trascurata la disponibilità di Messias, ristabilito e disponibile, ma meno coinvolto in programmi futuristici, mentre Zanoli, altro candidato non al meglio, è oggetto di quotidiana attenzione.

Il Como con il suo prolungato “torello” costò nell’andata la panca a Gilardino: la gara finì 1-1, ma la lezione di gioco subita dai rossoblù è stata indimenticabile. Rispetto ad allora, il Genoa, con Vieira al timone, è cresciuto in fatto di concretezza, ma ancor più marcati sono i progressi degli azzurri di Fabregas, panchinaro predestinato, che è partito introducendo un football guardiolano, bello a vedersi ma fragile, e sta arrivando ad un’espressione di gioco non meno spettacolare ma anche foriera di risultati.

Il Como resta un gioiello di organizzazione, pur con qualche lacuna nel reparto difensivo, comandato dall’ex genoano Goldaniga, ma due pezzi da novanta disertano: il centrocampista centrale Perrone per squalifica e il cannoniere Diao, che ha chiuso in anticipo il campionato per un delicato infortunio. L’esperto Caqueret sarà inserito a centrocampo e il piccolo, guizzante Strefezza nel trio di sotto punte al servizio del più avanzato Douvikas. Inutile rimarcare che il comasco più temibile è Nico Paz, delizioso in ogni giocata e già pronto per approdare ad uno squadrone.

Prepariamoci a 90 minuti di sofferenza, pur nella consapevolezza che il Como qualche opportunità in attacco la concede sempre, in specie nei secondi tempi. Servirà quella dose di cinismo che il Genoa (un solo gol all’attivo nelle ultime quattro esibizioni) pare aver smarrito.

PIERLUIGI GAMBINO

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