Evani: “Pronto ad aiutare la Samp, ma non ci sono leader”

Evani, sampdoria
Non bastano le condizioni preoccupanti di Niang, che anche oggi ha svolto lavoro differenziato per un problema muscolare, a spegnere l’entusiasmo creato nell’ambiente Samp dalla rivoluzione operata dal presidente Manfredi. Alberico Evani, il nuovo allenatore doriano, ne è partecipe e si è già calato nel delicatissimo compito. “Ho accettato la proposta della società senza pensare alle difficoltà, ma solo con l’intenzione di aiutare la Samp ad uscire da questa situazione. I giocatori hanno dei problemi, ma ho notato un gruppo positivo, ben oltre le mie attese, e anche in salute anche a livello fisico. I ragazzi sono tutti consapevoli dell’importanza delle sei finali che ci aspettano, anche se hanno paura. Io li invito ad aver fiducia nei compagni e in se stessi”.
Certi difetti sono emersi da tempo: “Questa squadra – aggiunge il tecnico massese – è priva di autentici leader e nei momenti di difficoltà si deprime, Dobbiamo invece dimostrarci compatti e aggressivi, giocare da squadra, pensando che il gioco aiuta anche le individualità. Abbiamo l’obbligo di sfruttare ogni partita. Una vittoria ci permetterebbe di lavorare con maggiore entusiasmo”.
Riguardo al modulo tattico, inevitabile mantenersi sulle generali: “Puntiamo ad un sistema di gioco che consenta ai giocatori di rendere al massimo. In questi pochi giorni abbiamo cercato qualche cambiamento che garantisca maggiore equilibrio. Quanto a noi, intesi come staff, la speranza è di avere lo stesso peso avuto in Nazionale. Il feeling del gruppo di lavoro si era trasferito nella squadra. Non eravamo i più bravi, ma siamo diventati un tutt’uno. E’ necessario però togliersi di dosso le paure e ritrovare il gusto di comandare il gioco”.
Evani ha pure allontanato i timori legati alla convivenza tra Niang e Coda: “I due hanno le caratteristiche per giocare assieme, senza problemi”.
Infine un accenno ai tifosi: “So che tra pubblico e squadra c’era un ambiente ostile, ma sabato ci sarà un entusiasmo diverso. I tifosi debbono essere la forza in più, ma sta a noi trascinarli. Alla squadra ho detto: voi siete in B ma il pubblico della Samp è da Champions League. Ora deve scattare la molla per una bella prestazione. Quanto al sottoscritto, ho ricevuto il regalo di poter tornare in blucerchiato e spero di restituirlo a sostenitori e squadra. Quanto a Mancini, lui la Samp la sente nell’anima e vederla in queste condizioni lo fa star male”.
“Le favole hano sempre un lieto fine” – è stato l’incipit di Andrea Mancini, tornato alla Samp come direttore sportivo dopo un anno di esilio al Barcellona. Il figlio di Bobby gol è parso motivatissimo: “Sono sempre convinto che questa squadra abbia valori ben più importanti di quanto abbia dimostrato sinora, ma ora il passato non ci deve interessare. Sono persuaso che lavorando con persone che incarnano i valori della Samp si possa aiutare i ragazzi, i cui valori tecnici non si discutono. Non è il caso di fare paragoni con lo scorso anno, la società ha costruito una rosa importante. Purtroppo il calcio a volte è indecifrabile”.
Il giovane manager trasmette tutta la sua fiducia: “Chiaro, mi spiace un po’ essere tornato così presto, perché significa che le cose non vanno bene. Rispetto all’ anno scorso però mi sento più carico e punto a portare spesieratezza e sorrisi tra i giocatori”.
L’ultimo doveroso accenno è dedicato al padre: “E’ il primo tifoso della Samp e ha a cuore questa squadra, che è un po’ la sua seconda pelle. Avremo con lui un contatto giornaliero. E mi appello anche alla tifoseria, che è la più bella del mondo. Tutti insieme. Vedrete, ne usciremo”.
PIERLUIGI GAMBINO