Aprile 8, 2025

Samp inesistente, serve una scelta improrogabile

Semplici

Sampdoria

La solita Samp double face paga dazio nel derby della Spezia e riesce a non precipitare ulteriormente in classifica solo perché anche Salernitana e Reggiana le buscano. A questo punto, si attende solo che la società formalizzi l’esonero di Leonardo Semplici, graziato già dopo il naufragio con il Frosinone. Senza una scossa quale che sia, il verdetto peggiore sembra davvero inevitabile.

E dire che i blucerchiati per mezza partita non sfigurano, almeno a livello difensivo. Il tecnco fiorentino stavolta lascia fuori Oudin a pro di Depaoli in rifinitura, schiera Bereszysnki esterno destro e raforza la terza linea con Riccio puntellando il centrocampo col discutibile rilancio di Vieira, altro giocatore dedito alla rottura. E’ una Samp operaia, che chiude ogni spazio e non rischia quasi mai anche grazie ad uno Spezia alquanto rimaneggiato, visibilmente stanco e con le gambe molli. Così il primo tempo scorre via senza soverchie emozioni, anche se la Samp, con Sibilli, potrebbe sfruttare due errati disimpegni dei gendarmi bianchi, ma si smarrisce al momento topico. Sfida spigolosa anche se non scorretta, con mille interruzioni ed errori in serie su ambo i fronti, ma agli ospiti, partiti scopertamente per ottenere un punto, questo “non calcio” può andare benissimo.

La ripresa decolla con un cambio nel Doria: fuori Sibilli, ammonito, e dentro Akinsanmiro, che non brillerà certamente. La banda di mister D’Angelo si ripresenta però con ben altro piglio, come se avesse innestato un’altra marcia, mentre la Samp sparisce dal campo e si trasforma in sparring partner, in grado solo di subire attacchi da ogni versante senza una minima reazione. Presto iniziano a fioccare le palle gol per i locali. Hristov e Aurelio, di testa, vanno ad un soffio dal vantaggio facendo squuillare il campanello d’allarme, che perà Semplici non avverte.

Invece D’Angelo capisce che è il momento di pigiare sull’acceleratore e cala la carta Salvatore Esposito, regista meritevole di ben altri palcoscenici, però convalescente da un guaio muscolare, scarsamente allenatore a rischio ricaduta: il fratello maggiore rivolterà il match come un calzino. Elia fallisce il bersaglio a porta sguarnita, ma il vantaggio è ormai maturo e giunge al 65′: punizione prprio del nuovo entrato, sponda di Hristov e zampata da breve distanza di Lapadula, che in maglia bianca era ancora all’asciotto.  Si attende la reazione doriana, ma otto minuti più tardi arriva il secondo schiaffone, ancora inferto dall’ex bomber genoano, che dopo una conclusione di Bandinelli respinta da Vieira infila da centro area.

Solo con due pappine sul groppone Semplici si decide a smuovere le acque inserendo in un sol colpo Coda e Oudin al posto di Vieira e Curto: mosse comunque tardive. Pio Esposito, il giovane fratello bomber di Salvatore, timbra la traversa con una girata da campione e subito dopo Coda, servito in verticale, potrebbe riaprire il match ma, solo davanti al portiere Gori, ciabatta a lato. Non c’è altro nel pallido risveglio doriano, interrotto dal tris spezzino, firmato in mischia dal vice capocannoniere cadetto, ma il Var salva gli ospiti scorgendo un tocco con la mano dell’attaccante.

La Samp tenta qualche sortita nei minuti conclusivi guadagnando solo la superiorità numerica causa doppio giallo a Wisniewski, ma è ancora Cragno a dover lavorare. A conferma del vuoto pneumatico che caratterizza questo simulacro di squadra di calcio.

Semplici in teoria è ai titoli di coda, ma lo era anche dopo l’umiliazione targata Frosinone. La prova di appello però è stata fallita sotto ogni aspetto: il trainer attuale non ha più il controllo della situazione e urge intervenire.

                   PIERLUIGI GAMBINO

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