Aprile 1, 2025

Gara da vincere ma soprattutto da non perdere

Semplici

Sampdoria

In bilico tra tecnica, tattica e psicologia, l’ambiente Samp si prepara ad affrontare l’ennesimo esame finestra di questa travagliatissima annata. La piazza inizia a rumoreggiare e pretende tassativamente che i ragazzi di Semplici spezzino le reni al Frosinone, lo lascino indietro in classifica e soprattutto salutino in via forse definitiva la zona rossa. D’altronde, il successo pieno tarda da troppo tempo, la rabbia aumenta e se dovesse essere ancor rinviato potrebbe dare la stura a qualche forma di contestazione, ovviamente da squadernare dopo il fischio conclusivo.

Gli opinionisti, e anche gli interessati (tecnico e atleti, s’intende) però frenano e sposano prudenza e raziocinio. Chiaro, occorre provarle tutte per aggiudicarsi questa forma di spareggio tra deluse, ma anche l’ennesimo punticino singolo potrebbe giovare alla causa della salvezza, che era e resta il solo obiettivo stagionale.

Il team ciociaro non vale i primi posti, ma ha saputo rigenerarsi e uscire dall’inferno nel giro di quattro fruttuosissime partite. La dirigenza, consigliata dal volpone Angelozzi – direttore sportivo di lunghissimo corso, da sempre illuminato e profondo conoscitore delle vicende cadette – ha pescato nel mazzo dei tecnici disoccupati Paolo Bianco, che improvvisamente ha impresso l’agognata volta, riflessa in risultati eccellenti: un pari all’esordio e subito dopo tre vittorie di fila.

Non è azzardato definire il Frosinone una delle compagini più in forma del momento, anche se – riesaminando in filigrana le sue prestazioni – la qualità del gioco non sempre ha accompagnato i risultati. Ergo, l’avversario di turno merita il massimo rispetto, ma evitiamo di dipingerlo più forte di quanto non sia realmente.

La Samp rimane un’entità indefinibile. Da sempre non riesce a produrre due mezze gare consecutive di pregio: se centra il primo tempo crolla nel secondo o viceversa. Cercasi costanza di rendimento, e qui si torna all’assunto iniziale: è dalla mente dei protagonisti che deve nascere la metamorfosi.

Semplici è alle prese con qualche problemuccio. 

Quello relativo alla porta preoccupa relativamente: Cragno è fortemente in dubbio, ma Ghidotti, ormai ristabilito, non è un salto nel buio. Ben più condizionante è il forfait di Niang, figlio di una sesquipedale ingiustizia arbitrale. E’ inutile negare che il francese sia il perno e il terminale di tutta la trama offensiva doriana, sia come unica punta sia come attaccante di complemento. Al suo posto giocherà certamente Coda, ormai ad un passo dal record di cannoniere cadetto più prolifico della storia. A 36 anni è ancora motivatissimo e ricco di orgoglio, ma ci si chiede quanta benzina gli rimarrà dopo l’ora di gioco. Ovvio che il trainer scaldi anche Abiuso, acquisto novembrino sinora trascurato: non sarà un titano, ma ha il fisicaccio utile a farsi largo nell’aria rivale.

Di sicuro la Samp deve trovare bocche da fuoco alternative. Da qui la necessità di scegliere gli elementi più adatti alla bisogna ma anche di azzeccare il sistema tattico. In allenamento è stato provato un doppio modulo, da alternare tra le due fasi di possesso e copertura. Il 3-4-2-1, collaudato e ricorrente, dovrebbe contemplare i solito Curto, Altare e Veroli in difesa, Depaoli e Beruatto sulle fasce, la coppia Ricci-Yepes (col sacrificio di Meulensteen, scarsamente brillante) in mezzo, il duo Sibilli-Oudin in rifinitura alle spalle di Coda. Il 4-4-1-1 comporterebbe Sibilli mezza punta e Oudin centrocampista laterale, con Depaoli e Veroli larghi in retroguardia, per rispondere al 4-3-3 degli antagonisti.

Semplici però ci ha abituati a qualche sorpresa nell’undici iniziale. In questo caso, non ci riferiamo tanto a capitan Bereszyinski (comunque disponibile dopo il ritorno dall’impegno in Nazionale e scalpitante) bensì al rilancio di un fresco guarito da infortunio, il vivace e duttile Benedetti, da considerarsi un prezioso rinforzo primaverile. E’ comunque probabile che l’ex barese trovi posto: se non subito, a gara in corso.

Il Frosinone, al pari della Samp, vale comodamente il centroclassifica e dovrebbe partire con la formazione che aveva affrontato inizialmente il Brescia. Tra i nomi da evidenziare si annoverano il portiere Cerofolini, i difensori Bettella e Marchizza, il centrocampista ex doriano Darboe, il ficcante centravanti Ambrosino ma anche le due ali Ghedjemis e Kvernadze. Nessuno di loro è un fuoriclasse per la categoria, ma il loro valore è piuttosto elevato. 

Una Samp organizzata e costante nei 90 minuti è in grado di sfruttare la spinta degli oltre 25 mila aficionados attirati a Marassi anche da una politica tariffaria stuzzicante, ma tutto o quasi dipenderà dalla testa, più che dalle gambe, dei pedatori di mister Andrea: bando alle paure e alle deconcentrazioni, è il momento di mostrare coraggio e autorità.

                     PIERLUIGI GAMBINO

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