Marzo 17, 2025

Ecco l’esperienza sensoriale di Filippo Zucchetti

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Con “L’uomo che non c’era”Filippo Zucchetti, cantautore che usa parole e melodie come strumenti di esplorazione interiore, invita l’ascoltatore a intraprendere un viaggio oltre i confini della realtà. Il nuovo singolo, in radio e piattaforme digitali (3917210 Records DK), si presenta come un’esperienza sensoriale che sfida la logica, un’immersione in un mondo dove l’emozione è l’unica guida.

L’artista, conosciuto per la sua abilità nel cesellare le parole e trasformarle in immagini vivide, abbandona la narrazione convenzionale per addentrarsi in un territorio inesplorato. «Partendo da un arpeggio – racconta – si è aperto un paesaggio melodico che mi ha condotto in una realtà priva di forma, logica e razionalità, dalla quale sono tornato con immagini emotive ed evocative, che poi ho trasposto nel testo del brano.»

Per Filippo Zucchetti, le parole sono strumenti di rivelazione, chiavi che aprono porte verso mondi interiori. Dopo aver esplorato l’autenticità in “Anita non deve piangere” e dipinto scorci di vita sospesi tra sogno e realtà in “Cielo Elettrico”, con “L’uomo che non c’era” continua la sua ricerca, offrendo un’esperienza intima e suggestiva.

Il brano è un invito a lasciarsi trasportare, a perdersi in un labirinto di suoni e parole, dove la musica diventa percezione più che racconto. Con la sua sensibilità poetica, il cantautore trasforma un’esperienza personale in un’odissea universale, un viaggio che conduce l’ascoltatore a scoprire “l’uomo che non c’era” dentro di sé.

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Biografia

Filippo Zucchetti, nato a Perugia il 3 giugno 1977, vive con Luisa e i figli Giovanni e Francesco. Artista a 360 gradi, si esprime attraverso la musica, la poesia, e l’arte visiva, utilizzando tecniche miste che vanno dal legno agli stucchi, dalle vernici industriali ai materiali da restauro. Con una formazione che spazia dal Liceo Scientifico alla laurea in Comunicazione Internazionale con specializzazione in Marketing e Pubblicità, la sua passione per la musica, il cinema, la filosofia, la letteratura e l’enologia si intreccia con un amore profondo per chitarre e bassi. Per lui, la scrittura di canzoni è un’esigenza imprescindibile, un’espressione naturale e intima che non ha nulla a che fare con strategie commerciali o la costruzione di un’immagine. La canzone è per lui un organismo che nasce dall’equilibrio perfetto tra le parole e la musica: fino a quando questo equilibrio non viene trovato, il brano resta sospeso, incompleto. Finalista di premi prestigiosi come il Tour Music Fest 2018 per la categoria Autori con “Anita non deve piangere”, che lo ha anche portato tra i finalisti del Premio Letterario Salvatore Quasimodo nel 2019, Filippo partecipa a numerosi concorsi di poesia, vedendo le sue opere incluse in antologie di rilievo. La sua arte, alimentata da una passione per la scrittura e un approccio cinematografico alla composizione musicale, dipinge scene visive attraverso le parole. I suoi riferimenti spaziano da Lucio Battisti e Francesco Guccini a registi come Paolo Sorrentino, con l’ambizione di trovare un linguaggio che unisca in modo unico poesia e melodia. Nel 2024, Filippo pubblica due brani cruciali del suo cammino artistico: il 22 marzo esce Cielo Elettrico, seguito il 20 settembre da Anita non deve piangere. I singoli, nati dalla sua penna e prodotti da Marta Venturini, conquistano il favore di radio e piattaforme digitali, segnando una fase di evoluzione musicale significativa. Il 14 marzo 2025, Filippo tona con L’uomo che non c’era, un singolo che promette di trasportare l’ascoltatore in un mondo sonoro ancora più profondo e magnetico.

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