Marzo 15, 2025

Una partita che si può e si deve vincere

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Altra partita, altro esame di maturità per una Samp che da mesi insegue una svolta. E’ alle spalle un mini-ciclo terribile, composto dalle sfide al calor bianco contro Sassuolo, Bari e Palermo, tutte archiviate con un pareggio, ed ora il calendario si preannuncia in discesa. Dagli squadroni si passa alle avversarie dirette per la sopravvivenza, e se da un lato l’impegno a livello tecnico dovrebbe rivelarsi meno arduo, dall’altro l’importanza della posta in palio cresce, e non di poco. 

A Reggio Emilia tira area di spareggio salvezza tra due delle tre quint’ultime che hanno l’acqua alla gola e non possono permettersi ulteriori distrazioni. I granata, in virtù dell’inopinato successo nell’andata a Marassi, sono in (provvisorio) vantaggio quanto a scontri diretti: da qui l’obbligo per il Doria di restituire pan per focaccia e rimettersi in carreggiata anche sotto l’aspetto matematico.

Gli emiliani di mister William Viali non vincono da fine gennaio e nell’ultimo turno sono riusciti nell’impresa di rilanciare un Cosenza staccatissimo in fondo alla classifica e in crisi nera. La loro andatura è lenta, le prestazioni lasciano a desiderare e col passare delle settimane emergono limiti strutturali preoccupanti. Dalla loro, l’abitudine a calarsi nel clima agonistico della serie B, che da sempre privilegia la combattività alla tecnica. Inutile ribadire che i padroni di casa si giocano parecchio più degli uomini di Semplici.

La Samp ha l’occasione di far pesare la superiore qualità, che però va dimostrata sul campo. Per vincere non basta serrare le fila davanti al portiere Cragno ma anche sfruttare con un’accettabile frequenza le opportunità offensive costruite o capitate per caso. La fase difensiva ha assunto una funzionalità tranquillizzante, sicché potrebbe bastare un golletto anche rubacchiato per portare a casa la posta intera. Il problema risiede proprio in avanti, con un numero esiguo di bocche da fuoco e una manovra più fluida di prima ma non ancora ficcante a sufficienza.

Semplici deve fare i conti con qualche defezione, che non può allarmarlo, data la sua insistenza nel ribadire che l’organico è pletorico e tutti i ruoli vantano almeno due alternative all’altezza. In retroguardia si registra un acciacco a carico di Curto, sospeso tra disponibilità e forfait, ma quale altro club cadetto dispone di rincalzi del calibro di Ferrari (tornato dalla squalifica di tre turni), Riccio e Bereszynski, fresco di convocazione in Nazionale? Altare e Veroli dovrebbero completare il reparto. Sulla fascia destra risponde presente Depaoli, al quale il trainer chiede però di frenare certe intemperanze, mentre a sinistra, mancando gli infortunati Ioannou e Beruatto, sarà la volta di Venuti, disciplinato soldatino su entrambi i versanti.

A centrocampo le scelte sembrano ormai ossidate a vantaggio di Ricci e Maulensteen, ma Yepes – sempre in ballo sul fronte del rinnovo contrattuale – garantirebbe un briciolo di vivacità in più. Trattandosi di gara da vincere, una riflessione più profonda è doverosa.

Ed eccoci alla zona calda dell’undici base. Coda, tornato protagonista la scorsa settimana, insegue la classica continuità di utilizzo, legittima anche considerando il valore non trascendentale dell’avversario, ma Semplici non appare così convinto della mossa e tiene calda l’eventualità dei due rifinitori alle spalle di Niang, il solo sicuro di un posto al sole. Col Palermo fu preferito Oudin, ma stavolta potrebbe spuntarla Sibilli, che prima della squalifica si era sempre prodotto su cadenze elevate e senz’altro è più pericoloso in zona gol.

La Reggiana deve fare a meno del navigato Sampirisi e non rigurgita di individualità rilevanti. Ad essere generosi potremmo citare il mestierante portiere Bardi, il centrocampista centrale Reinhart, il centravanti Vido e l’attaccante di complemento Portanova (ex bandiera genoana, immerso in

 squallide vicende extracalcio): non certo dei fuoriclasse per la cadetteria. Probabilmente il tasso dinamico globale supera quello doriano, ma nel calcio non basta correre: tocca ai doriani rafforzare il concetto.

                    PIERLUIGI GAMBINO

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