Marzo 9, 2025

La Maginot ha retto, ma un punto non basta per la svolta

Semplici

Sampdoria

E’ un punto guadagnato e non due persi, quello strappato dalla Samp ad un Palermo Cragno però non si mostra sicurissimo. In un’uscita si scontra con un compagno, perde palla e procura un brivido ai frequentatori della Sud. Poco più tardi, quando corre il 40′, il patatrac: punizione da destra di Ranocchia, il guardiano esce di porta e respinge maldestramente di pugno recapitando la sfera proprio sulla fronte di Pohjanpalo, che infila di giustezza tra il palo e Altare, che forse qualcosa di meglio poteva fare.

La ripresa vede le due squadre più guardinghe, forse a causa delle ingenti energie spese in precedenza. Il confronto cala di tono e pare avviato al pari, ma Semplici non si fida e al 58′ spedisce sotto le docce un Coda ormai sfinito, un Oudin spento da tempo e un Beruatto che sulla sinistra soffre parecchio. Entrano Sibilli (lasciato inizialmente fuori a sorpresa), l’affidabile Venuti e Akinsanmiro, la cui partita durerà lo spazio di tre minuti. Gli è fatale un attacco doriano con esagerato sbilanciamento in avanti: letale ripartenza ospite e Di Francesco sfrutta la prateria per avvicinarsi palla al piede a Cragno. Il prestito interista è costretto ad immolarsi commettendo il fallo da ultimo uomo e guadagnandosi in anticipo gli spogliatoi.

La Samp non si smentirà neppure stavolta: quando si trova in inferiorità numerica (evento che succede spesso) si compatta, moltiplica le forze e si esalta. Certo, è una sofferenza atroce, con i rosanero che sbucano in ogni zona del campo e cercando il varco giusto con fantasia e costanza. In mezzo all’area però troneggiano i corazzieri di mister Leonardo: con Altare, Curto e Veroli non si passa e ancor più robusta appare la cerniera con l’ingresso di capitan Bereszyinski, che si piazza a destra e fa pesare esperienza e fisicità. Cragno si mostra attentissimo e in qualche circostanza lo salvano i compagni e… gli avversari, la cui mira non sempre è felice. Dopo quest’eccezionale collaudo si può tranquillamente scrivere che la fase difensiva blucerchiata è tra le migliori (se non la numero uno) della categoria. Peccato che la spinta e la concretizzazione non siano di pari efficacia. Sì perché pur nel monologo ospite i padroni di casa due o tre sortite in avanti le producono, ma Niang non le impreziosisce col tocco vincente,

Al fischio finale i tifosi cantano come dopo una vittoria, consci che di fronte allo squadrone siciliano forse tutte le altre compagini di B, in inferiorità numerica, avrebbero capitolato. Poteva andare peggio, ma il punto, pur con un calendario propizio, è bottino insufficiente per autorizzare voli con la fantasia.

                      PIERLUIGI GAMBINO

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