Marzo 10, 2025

Match insidioso ma la svolta è alla portata

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Il Palermo non si nasconde: per ammissione chiara del suo diesse Carlo Osti, vecchio cuore blucerchiato, i playoff debbono risultare solo una piattaforma da cui sollevarsi verso altri lidi ben più ambiziosi. D’altronde, non potrebbe essere altrimenti se a gennaio ci si rinforza con un portiere come Audero (tuttora un “eroe” per il popolo doriano), il difensore Magnani (che alla Samp non fece sfracelli ma per la B è un lusso) e, soprattutto, il centravanti Pohjanpalo, che in un passato neppur remoto faceva la differenza nella massima categoria.

I siciliani giungono a Marassi sull’onda di due vittorie consecutive e pare proprio che abbiano innestato un’altra marcia, con l’appoggio di una proprietà tra le più doviziose. Osso durissimo da rosicchiare, ma la nuova squadra di mister Semplici, quella scaturita da una campagna invernale di tutto rispetto, ha già iniziato a prendere forma e possiede le stigmate della potenziale protagonista nell’ultima fetta di stagione. 

Attendiamoci pertanto una partitissima, che oppone due grandi deluse impegnate a riemergere prepotentemente. Il team di Alessio Dionisi, tecnico forse sprecato in cadetteria, sono a uno stadio più avanzato, come attestano gli otto punti in più in graduatoria, vicini alla zona che conta, ma se si rapporta la forza delle due formazioni la Samp non sembra affatto inferiore e, ad essere pessimisti, può giocarsi chances non esigue di affermazione.

I bookmakers neutrali parlerebbero di classica partita da tripla, di una sfida di ardua definizione: davvero può maturare qualsiasi tipo di verdetto. I palermitani sono in forma e vantano una fisionomia completa in ogni reparto, mentre la Samp, ancora in costruzione, è attesa a compiere l’ultimo “step”, che si lega ad una superiore insidiosità offensiva. Dietro, i blucerchiati se la giocano contro chiunque e sono in grado di zittire o almeno di limitare la forza offensiva dei rosanero, ma per vincere occorre buttarla dentro magari più di una volta, e è qui che la truppa cara al presidente Manfredi deve lanciare messaggi perentori. 

La gente doriana pagherebbe di tasca proprio per vedere subito in campo due punte, segnatamente Coda come partner di Niang. Ipotesi suggestiva, non certo da escludersi ma neppure probabilissima: una soluzione prematura che Semplici pare intenzionato a rinviare quando la gradiatoria regalerà minori ansie. E allora è giusto porre l’anziano fromboliere tra parentesi in un ballottaggio che riguarda uno o due rifinitori. 

E’ praticamente certo che rientri Sibilli, reduce da squalifica ma dimostratosi meritevole di un posto al sole. L’ex barese potrebbe fungere da falso nueve per consentire a Niang di battere strade più periferiche, da dove può inserirsi con superiore pericolosità. Con chi, appunto, completare il tridente avanzato? Oltre al succitato Coda si candidano Oudin – in crescita rispetto alle prime desolanti prestazioni – e Akinsanmiro, la cui vivacità, rompendo schemi preordinati, potrebbe diventare decisiva. Di sicuro, quali che siano le scelte finali del trainer,  occorrerà moltiplicare il numero delle palle-gol e, soprattutto, raddrizzare la mira.

Alle spalle degli incursori, ecco sulla fascia destra Depaoli, attaccante aggiunto, e a sinistra Beruatto, privo della concorrenza di Ioannou, finito in infermeria. In mezzo la coppia Meulensteeen-Ricci dovrebbe impori rispetto a Yepes nel segno di una gerarchia ormai chiarita.

Infine la difesa. Bereszynski sta meglio, appare pronto ad appropriarsi di una maglia da titolare, ma  – dati per sicuri in campo Curto e Altare – è comprensibile che l’allenatore debba meditare se rilanciare il capitano oppure affidarsi come “braccetto”mancino ad uno tra Riccio e Veroli..

L’idea di base è di pressare alti, conquistare palla già sulla trequarti avversaria e puntare decisi, con uno o due passaggi, verso la porta di Audero. Intendimento chiaro, che va però  a cozzare contro un Palermo compatto e strutturato su un 3-4-2-1 accattivante, con Magnani al centro della difesa, Nikolau sostituto dello squalificato Ceccaroni ed un quartetto di centrocampisti impreziosito dall’esperienza di Pierozzi e Di Francesso sui corridoi laterali e dalla qualità di Ranocchia in mezzo. 

Niente male neppure il trio offensivo con Verre (eterna incompiuta nella lunga milizia blucerchiata) e Brunori (in teoria un cannoniere prolifico) al servizio di Pohjanpalo.

La Samp si gioca parecchio in 90 minuti di estremo fascino ma anche ricchi di insidie. E’ abusata l’etichetta di “prova del nove” o “esame finestra”, ma risulta difficile dribblarla, considerato che l’antagonista di turno è diverso dagli ultimi affrontati: meno dotato ma più motivato del Sassuolo e sicuramente più attrezzato del Bari. Certo, se si superasse brillantemente questo po’ po’ di ostacolo, il prosieguo di stagione potrebbe trasformarsi in una discesa corroborante: e allora prepariamoci a 90 minuti di passione, con la concreta speranza in una svolta probabilmente decisiva.

                         PIERLUIGI GAMBINO

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