Febbraio 22, 2025

Samp promossa grazie ad una superdifesa

Quanta balorda nostalgia per quelle Samp del passato che scaldavano i cuori del popolo blucerchiatoo a suon di tiri in porta e segnature. L’idolo Olly, presente in tribuna, si è guadagnato il tributo dei ventimila compagni di tifo accorsi a Marassi, ma neppure lui si sarebbe immaginato di essere l’unica reale attrattiva della serata.

Samp e Sassuolo si sono guardati in cagnesco, non risparmiando asprezze assortite, ma al di là delle costanti schermaglie attorno al cerchio di centrocampo il match si è dipanato nella noia più totale, con una supremazia schiacciante delle due difese rispetto a prime linee pressoché inesistenti. Il pari ad occhiali è stato la logica conseguenza di una sfida mai ascesa a livelli tecnici eccelsi. La Samp si è guadagnata però il rispetto dei primi della classe, che stavolta non hanno sciorinato quell’arsenale spaventoso ammirato sinora. Probabilmente hanno già pigiato il tasto della velocità di crociera, forti di un vantaggio pazzesco nei confronti della concorrenza, pensando – a ragione – che un punto al Ferraris non sarebbe stato da buttare, fattostà che hanno partecipato pure loro a spegnere gli ardori di abbonati e pagatori occasionali.

Va anche aggiunto che Berardi, Laurentié e compagni hanno cozzato contro una difesa di granito, trasformata in meglio da un mercato invernale qualificante. Altare e Curto non hanno commesso un solo errore, mentre Ricco si è concesso qualche svolazzo ed un’ammonizione evitabile (che gli costerà la rinuncia al viaggio a Bari) ma pure lui ha superato la sufficienza. Davanti a loro, un superlavoro ha svolto Meulensteen in copertura, ma neppure Ricci (preferito a Yepes in regìa) ha tirato indietro la gamba e a sinistra il rispolverato Ioannou ha conferito agonismo e dinamicità. 

Finalmente si è vista una Samp tatticamente organizzata, senza lacune, votata principalmente a non prenderle ma anche capace, sporadicamente, di tener palla nella metà campo rivale.

E’ vero che una gara si compone di due fasi, ma quella propositiva è stata sacrificata sull’altare della classifica. Oudin non ha brillato neppure stavolta e Sibilli (pure lui va in squalifica, saltando la rimpatriata in Puglia) ha faticato più del solito, mentre Niang, sottoposto a continui… massaggi da parte delle guardie scelte neroverdi, ha concesso una pallida emozione nel primo tempo, costringendo i portiere Moldovan a deviare in angolo e per il resto ha lottato in zone distantissime dall’area. 

Sarebbe servito, forse, un partner come Coda, ma mister Semplici ha immolato qualsiasi velleità sull’altare del punto. Anche per gli avanti doriani, però, vale il discorso sviluppato sopra a favore dei punteros neroverdi: non si ricorda, infatti, un solo svolazzo da parte del quartetto arretrato ospite, composto da giocatori maestri anche nel far partire l’azione.

Detto del tentativo non irresistibile di Niang, aggiungiamo per… dovere di cronaca la punizione che Berardi ha calciato fuori di un metro nel finale del primo tempo e la fuga in contropiede del velocissimo Laurentiè nella ripresa, con tiro fortunatamente “strozzato” tra le braccia di Cragno. 

La verità è che il gol, da qualsiasi parte fosse maturato, sarebbe stato un intruso. Nel corso della ripresa, i due tecnici hanno provato a rinfrescare le proprie squadre con una girandola di sostituzioni, rivelatesi più conservative che coraggiose. Se non altro, sulla sponda doriana si è accolto con piacere il ritorno di capitan Bereszyinski, subito a proprio agio, come se la ruggine fosse sparita d’incanto.

E allora si può scrivere tranquillamente che la nuova retroguardia doriana rientra tra le migliori della categoria: e siccome qualsiasi piazzamento si costruisce soprattutto in retrovia, il futuro può incutere meno paura e, forse, risultare radioso. Servirà però crescere in zona offensiva e, soprattutto, mostrarsi redditizi anche di fronte ad avversari meno stimolanti o a situazioni meno anormali di un’inferiorità numerica.

Due parole doverose su Pairetto, figlio d’arte, confermatosi arbitro mediocre. Cinque cartellini gialli mostrati ai sampdoriani sono stati un insulto alla logica: non più di tre potevano essere giustificati. Nei confronti dei neroverdi invece è stato usato spesso il guanto di velluto.

                    PIERLUIGI GAMBINO

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