Serenità e panchina ricca, a Firenze per giocarsela
A Roberto Pruzzo e Ignazio Arcoleo si deve l’ultima gioia intensa per i tifosi rossoblù a Firenze. Era marzo 1977 e da allora il Grifo a Campo di Marte ha raggranellato qualche pareggino senza più imporsi, provando più di un cocente dispiacere.
Ci si aggrappa alla legge dei grandi numeri, che in casa Genoa è vista come un perfido, ostinatissimo nemico, perchè non credere che questa sia la volta buona? I presupposti non sono esaltanti, ma neppur così sfavorevoli. Insomma, si può fare, a patto che Frendrup e soci si avvicinino alla perfezione e i viola dell’ex Palladino regrediscano di qualche settimana, quando apparivano in crisi nera ed erano anche bersaglio di polemiche.
Il Genoa ha dalla sua la serenità d’animo che deriva dai sei punti – diconsi sei! – rispetto al trio di terzultime. A ciò si aggiungano i recuperi di infortunati che dall’inizio della stagione hanno frequentato più l’infermeria che il campo. Finalmente Vieira deve arrovellarsi per scegliere fior da fiori un undici in grado di dire la sua. Solo in difesa il quadro è già nitido alla vigilia, con la conferma dei soliti quattro, in attesa che Bani torni disponibile. Ma chi oserebbe toccare un reparto che sta regalando salvataggi puntuali davanti a Leali e anche – addirittura – reti pesantissime nell’area avversaria? E’ indubbio che in terra toscana non mancherà il lavoro alle guardie scelte del francese, ma De Winter e Vasquez non tremano affatto.
A centrocampo potrebbe tornare Badelj, che prima di indossare la fascia al Genoa era stato anche capitano dei gigliati: un uomo prima che un calciatore, rispettato in entrambe le piazze. Vero che senza di lui la trama genoana ha acquisito velocità e dinamismo, ma può mister Patrick lasciar fuori il suo “faro”, il sommo equilibratore? Col probabile – ma non certo – reingresso del veterano, il reparto sarebbe completato. Impossibile, infatti, che sia Frendrup, sia Masini, elogiato di recente dal tecnico, perdano il posto.
Restano fuori Miretti e Thorsby, che parteciperanno alla bagarre per i due posti di attaccante esterno a supporto dell’inamovibile Pinamonti. Altri concorrenti sono Zanoli, ristabilito dall’attacco influenzale, e la pattuglia di convalescenti che comprende Vitinha (finalmente pronto ad un ritorno dal primo minuto), Ekuban ed Ekhator. Attenzione, poi, a Cornet, che per ammissione dell’allenatore non ha ancora i novanta minuti nelle gambe ma quasi certamente subentrerà a gara in corso cercando di perfezionare l’intesa con i compagni e di garantire alla trama genoana velocità e tecnica: in una parola, quella sostanza che sinora è venuta meno.
Palladino deve rinunciare al centrocampista Adli, che nell’ultimo match è riuscito nell’impresa di rimediare due cartellini gialli dopo la sostituzione, ma pure l’emergente difensore Comuzzo, uomo mercato sino alla fine (è nel mirino del Napoli) rischia l’accantonamento. Anche senza due pilastri, la Viola, risollevatasi a spese della Lazio dopo un periodaccio, si propone con una fisionomia invidiabile: in porta il “monumento” De Gea, l’ex leccese Pongracic e capitan Ranieri centrali difensivi, Dodò e Gosens (due che spingono un sacco) sulle fasce, Mandragora (fulgido prodotto del vivaio genoano) e Richardson in mediana, tre rifinitori del calibro di Folorunsho, Gudmundsson e Beltran alle spalle dell’azzurro Kean, insidioso terminale offensivo.
Come ovvio, riflettori puntati sul Albert, che fatica a riemergere da un infortunio e non sta affatto convincendo la piazza fiorentina: tanto che, a fine stagione, esaurito il prestito oneroso (8 milioni nelle casse di Villa Rostan), potrebbe rientrare alla base ed essere dirottato altrove, probabilmente in Turchia. Sarà il suo vecchio amico Frendrup l’antagonista più assiduo in ogni zona del campo, nella speranza che l’islandese non ritrovi proprio in quest’occasione l’antica vena.
A livello puramente tecnico non c’è confronto, ma attenzione: contro il roccioso, indomito e organizzato Grifo hanno sbattuto parecchi squadroni e nessuno di loro ha potuto divertirsi. Il Genoa proverà ad invertire il cinquantennale trend ma anche il pari sarebbe accolto in pompa magna. Dopo mesi di restrizioni numeriche, mister Patrick ha riempito la faretra di frecce acuminate: se le terrà magari strette al fischio iniziale, ma – quale che sia il parziale – è pronto a sciorinarle in corso d’opera. E chissà che…
PIERLUIGI GAMBINO