Gennaio 12, 2025

Buona sorte, praticità, tenuta difensiva, e che classifica!

Decide Frendrup, Genoa supera Parma per 1-0

Che l’amuleto del Genoa si chiami Dan Sucu? Sia come sia, l’esordio marassimo del prossimo presidente rossoblù coincide con il primo successo casalingo stagionale, la fine di un incubo per quei trentamila innamorati costretti da agosto a seguire le gare esterne per festeggiare i tre punti.

Non fa una grinza il successo sul Parma, che non ha offerto un calcio mirabolante restando succube di un Grifone dominatore per la prima mezzora abbondante. E’ già una novità significativa registrare un dominio territoriale e anche di idee da parte dei rossoblù, solitamente più bravi a contenere e ripartire. Nulla di trascendentale, intendiamoci, ma è da apprezzare il progresso generale, pur nella consueta, annosa e irresolubile (a meno di innesti mirati di mercato) difficoltà a produrre pericoli per gli avversari. 

Insistente il giro palla senza picchi di velocità, eccettuati alcuni applauditi ed efficaci spunti di Zanoli, che sulla fascia destra imperversa e va spesso al cross. I suoi compagni, però, non lo imitano e rifuggono dall’uno contro uno preferendo manovre aggiranti. Così la mezza gara iniziale scorre senza attentati alle coronarie. Ci prova due volte consecutive Vasquez in mischia, trovando sempre l’opposizione dell’attento portiere Suzuki e più tardi Pinamonti, appostato sul secondo palo, spedirà sull’esterno della rete un pallone invitante. Non una semina intensiva, ma il Parma fa ancora meno: solo un contropiede concluso con un tiraccio sbilenco.

Il Genoa verso l’intervallo perde per guaio muscolare capitan Badelj, sostituto da Kassa, che quasi potrebbe essere suo figlio. Il bocia per dieci minuti appare spaesato poi gradatamente si inserisce, ma la trama del Genoa, pur insistente, continua a rivelarsi sterile, con Miretti spesso al buio e Thorsby che lotta aspramente ma non tiene un solo pallone. Per agguantare un successo comunque strameritato servirebbe un episodio fortunato, ed eccolo materializzarsi al 65′ grazie a Miretti, finalmente autore di un vero assist, e soprattutto a Frendrup, che calcia secco dal limite trovando la provvidenziale deviazione di Delprato: traiettoria che si impenna e sfera che supera il portiere Suzuki e si insacca nell’angolo più lontano. Una liberazione, ma anche un premio legittimo per una squadra che non aveva mai demorso, contrariamente ad un Parma che in tutta la partita impegnerà una sola volta il numero uno Leali con un tiraccio sporco ma debole ed esprimerà solo un calcio disordinato, frenetico, spesso a velocità incontrollabile.

Nel finale l’orgogliosa reazione dei ducali si infrange nella muraglia genoana comandata da Bani e Vasquez, autori di una prova difensivamente monumentale e innervata anche dalla solita lucida generosità di Frendrup e dall’efficacia di Martin, raramente così puntuale in copertura, Conservativi i cambi operati verso la chiusura da Vieira: al 33′ Masini ed Ekhator per Thorsby e Miretti e al 38′ Sabelli per Zanoli. In quel periodo sarà Kassa, con due conclusioni (la prima fuori bersaglio, la seconda deviata in corner da Suzuki) ad emozionare il popolo rossoblù, che ha accolto con comprensibile entusiasmo il fischio finale dopo cinque interminabili minuti di recupero. 

Balotelli, in spregio alle speranze di buona parte dei genoani è rimasto ancora una volta in tuta, ma solo uno sprovveduto potrebbe contestare la scelta del mister francese, che nella sua non lunga gestione ha già raccolto 13 punti proiettando il Grifo all’undicesimo posto: proprio come lo scorso maggio alla resa dei conti.

                 PIERLUIGA GAMBINO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *