Gennaio 1, 2025

Samp, il digiuno continua anche con un uomo in più

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Due mesi senza vittorie: un inequibocabile segno di mediocrità, confermato anche dal match contro una matricola che, pur giunta con una classifica lusinghiera, ha denunciato sul catino di Marassi tutti i suoi limiti.

Non è bastata la rivoluzione che mister Semplici, evidentemente indispettito dopo la pessima recita di Cremona, ha posto in atto cambiato quattro quinti del centrocampo, con Barreca a sinistra e l’inedito trio in mediana composto da Vieira, Yepes e Akinsanmiro. In difesa ecco l’esordio dal primo minuto di Veroli, piazzato a sinistra, con Riccio (che non si dimostrerà in serata felicissima e si farà pure ammonire) sulla destra. Solo il duo di attacco, evidentemente privo di alternative, ha resistito.

Pronti via e ospiti già in vantaggio. Sugli sviluppi di una rimessa invertita dall’arbitro Prontera (che si renderà autore di una direzione assai confusa), ecco Zuelli e Finotto entrare tranquillamente in area da destra senza reale opposizione e il secondo dei due infilare con un tocco lieve sul secondo palo: rete evitabilissima.

La reazione doriana è tutto meno che veemente e si limita ad un possesso palla sterile, caratterizzato da continui passaggetti. Unico lampo, non certo accecante, un’inzuccata sbilenca di Tutino, che toglie palla al compagno Meulensteen, meglio piazzato. Passano i minuti senza un filo conduttore. prima dell’intervallo ci prova Coda, ma la sua conclusione supera di un metro la sbarra.  Il vecchio bomber perlomeno ci prova, smarcandosi frequentemente e raggiunge la sufficienza, ma i suoi compagni? Chge dire di Tutino, autore di un’altra gara altamente sottotraccia? Alla distanza cresce Akinsanmiro, l’unico doriano dotato di cambio di passo e di dribbling, ma le sue iniziative non approdano a nulla di concreto. Le due squadre vanno così all’intervallo senza che il portiere ospite si sia sporcato guanti.

La ripresa vede subito una Samp più intraprendente, ma non certo irresistibile. I gialloverdi reggono senza tremolii ma al 53′ commettono l’errore di scoprirsi e su un passaggio errato sulla trequarti la Samp recupera palla. Coda filerebbe verso Bleve se Illanes non fermasse con una manata il sombrero dell’attaccante. Arbitro e guardalinee non si avvedono dell’irregolarità, ma il Var interviene e, dopo lunga revisione, anche al monitor, davanti al Carrarese viene esibito il cartellino rosso, 

Il forcing blucerchiat0, favorito dalla superiorità numerica, si accentua dopo il quarto d’ora, quando Semplici richiama Vieira (tre i peggiori) e Barreca a pro di Kasami e Pedrola. Poprio lo spagnolo, con le sue forzature sulla sinistra, cerca di produrre qualche superiorità numerica, ma non sempre è assistito a dovere. A metà tempo, comunque, il pareggio – strameritato, almeno per via della costante pressione – arriva grazie a Veroli, che sull’ennesima respinta di testa dei difensori ospiti calcia al volo non con potenza ma con estrema precisione , insaccando all’incrocio.

In un quarto di match una squadra di valore vincerebbe di goleada, ma la Samp ostenta le proprie annose carenze, prima fra tutte la mancanza di un ariete d’area. L’ingresso nel finale di Borini, altra punta non strutturata, non poteva certo colmare la lacuna. 

Nel convulso finale la sfera giunge spesso nei pressi di Bleve, che fa buona guardia ma non deve superarsi e in tre circostanze viene però graziato da Coda, Akinsanmiro e Kasami, che “ciccano” opportunità ghiottissime, immergendo nella disperazione di tutto uno stadio.

Il successo ci poteva stare e l’assalto conclusivo lo avrebbe ampiamente legittimato, ma se non si è materializzato non si può imputare la malasorte o riconoscere semplicemente i meriti dell’avversario, che ha lottato e si è chiuso con ordine e tempetività ma non è apparso uno squadrone. E’ la scarsa qualità della Samp a suonare a condanna e a riflettersi in una classifica che inquadra i balbettanti uomini di Semplici in quint’ultima piazza alla pari col Cittadella: pienissima zona playout, insomma. E domenica, nell’ouverture del girone discendente, arriva a Marassi il Pisa, reduce dallo squillante successo sul Sassuolo capolista. Si salvi chi può.

                       PIERLUIGI GAMBINO

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