Il Genoa col Napoli ha pronto un regalo natalizio per Sucu e i tifosi
Dan Sucu è un personaggio sempre sorridente, simpatico e accattivante e, a giudicare dalle sue prime note come patron del Genoa, animato pure da felici intenzioni. Ha già fatto la conoscenza del diretta del mondo rossoblu. Sul fronte societario, la notizia del coinvolgimento dei due fratelli Paval, gli uomini più facoltosi della Romania (con patrimonio che supera i tre miliari di euro) è un altro motivo di giubilo per il popolo genoano. D’altronde, il Genoa non ha solo bisogno della ricapitalizzazione fissata dal consiglio e sollecitata dall’Agenzia delle Entrate, ma anche di ulteriori iniezioni di denaro.
Sucu, assieme a due uomini di fiducia (di cui uno ex calciatore di livello), entrerà nel consiglio direttivo rossoblù occupando i posti precedentemente riservati ai rappresentanti di 777 Partners. E proprio la reazione al blitz rumeno da parte degli americani, rimasti azionisti minoritari, suscita qualche preoccupazione. Dopo tutto, il Grifone rappresenta un bene economico anche per i creditori della holding d’oltreoceano: su questo fronte un sollecito chiarimento è necessario.
In attesa di capire di più, l’avvento dell’uomo di Bucarest si è riverberato anche nell’umore dei calciatori di mister Vieira, impegnati a preparare il delicatissimo match col Napoli. In teoria, il Grifone dovrebbe inseguire la prima vittoria casalinga stagionale, ma Vieira non vive nel mondo dei sogni e sa che l’eventuale pareggio al cospetto della terza forza del campionato sarebbe comunque un passo avanti in classifica. Il vero problema è comprendere come raggiungere tale risultato, quale atteggiamento e quale tattica sciorinare sul prato marassino.
Le necessità, avvertita in primis dal mister francese, è reperire nuovi sbocchi offensivi partendo da una manovra di centrocampo più efficace e ficcante. Quello zero nella casella dei tiri in porta scoccati negli ultimi due mesi è una “macchia” insopportabile, un preoccupante segno di debolezza. Il guaio è che, riconsiderando la rosa dei disponibili, non emergono alternative plausibili che possano ovviare all’annosa carenza. Vieira sta osservando con attenzione i progressi di Pereira, sinora mai valutato come titolare, e dell’ormai ristabilito Vitinha e finalmente potrà portarsi in panca Ekuban, fuori da tempo immemore, ma difficilmente gli sarà concesso minutaggio. Rispetto alla gara col Milan è scontato solo il ritorno di Sabelli come terzino destro, dopo il fallimentare esperimento di Vogliacco: una mossa che dovrebbe migliorare anche la fase offensiva.
Le eventuali variazioni si potrebbero materializzare solo in caso di una situazione di svantaggio. Sotto esame è il passaggio alla 4-2-3-1 o alla 4-4-2 che però comporterebbe l’immissione di un centrocampista più mobile di Badelj nella zona nevralgica: e qui l’unico nome plausibile è quello di Masini. Quale che sia il sistema di gioco, Vieira deve però evitare a Pinamonti una penalizzante solitudine: col Cagliari nell’esordio del nuovo tecnico, il problema era stato limitato, ma il Ciuccio ha ben altra caratura e probabilmente costringerà il Genoa ad una prova prettamente difensiva. L’arma del contropiede, appena sguainata al Meazza, va assolutamente perfezionata, ma oltre a Zanoli, non si intravvede uno specialista degno di nota.
Tra gli azzurri potrebbero mancare due pezzi da novanta, il fenomenale Kvara è però in bilico e il miglior difensore, Buongiorno, finiti in infermeria: un vantaggio indubbio, anche se non sufficiente a suggerire salti di gioia. In retroguardia dovrebbe spuntarla l’anziano Juan Jesus, un mestierante che qualcosina concede, mentre il ruolo del giorgiano sarà ereditato dal nazionale brasiliano Neres, meno pericoloso nelle progressioni ma assai temibile nei dribbling.
Non meno complicato sarà contenere la vigoria di Lukaku, che non è più il match winner dei tempi nerazzurri, ma sa sempre sfruttare gli spazi e rendersi utile spalle alla porta come sponda per i compagni. Toccherà a Bani, più strutturato di Vasquez, mettergli la museruola, ma servirà una gabbia attorno al belga.
Un gara di estremo sacrificio è richiesta a Thorsby e Frendrup, che assieme a capitan Badelj dovranno arginare un centrocampo tra i meglio assortiti della categoria. Lobotka è un faro accecante per ogni manovra, mentre Anguissa e McTominay assicurano fisicità e inserimenti spesso decisivi..
L’undici di Conte è un osso durissimo, ma anche a Udine, prima di dilagare nella ripresa, ha soffferto parecchio finendo pure sotto nel punteggio. Di sicuro Vieira non commetterà l’errore commesso dal suo collega bianconero Runjaich di concedere praterie agli avanti azzurri.
Certo, i trentamila aficionados marassini reclamano la prima gioia stagionale, ma una bella dose di realismo non guasta. Ergo, per trascorrere in letizia il Natale sarebbe già un cadeau graditissimo il singolo punticino, a patto che non scaturisca da un atteggiamento barricadero ma da qualche corposo miglioramento dalla cintola in su. Nella speranza ovvia che Sucu a gennaio si tenga stretti tutti i “giioielli” affiancando loro almeno una mezzala a vocazione offensiva, un vice Badelj presentabile e un terzino sinistro come si deve. E’ chiedere troppo? Crediamo di no.
PIERLUIGI GAMBINO