Samp, con Semplici alla ricerca della giusta ricetta per risalire la china
Chissà se quelle maglie bianche lo lasceranno indifferente. Leonardo Semplici, appena insediato al timone di una Samp gravemente ammalata, ritrova subito come avversario quello Spezia che lui, due anni orsono, non riuscì a salvare. Un’esperienza professionale negativa, che se non altro avrà accresciuto la sete di riscatto del tecnico fiorentino, chiamato ad imprimere una volta al club più prestigioso, ma anche uno dei più malandati, della categoria.
Un cambio della guardia provoca sempre reazioni positive, in specie nell’animo dei calciatori, vogliosi di evidenziarsi agli occhi del nocchiero appena insediato. Un sentimento che accomuna tutti i membri dell’organico, ma in particolare quegli atleti che col precedente allenatore erano stati – più o meno giustamente – accantonati. L’elenco non è esiguo: Depaoli, Kasami, Borini, Vieira, Giordano, Barreca, Ricci, Veroli, in parte Bellemo. Improbabile che mister Leonardo si affidi immediatamente a parecchi di loro, ma di sicuro li valuterà con attenzione, conscio che dopo un mese e mezzo senza vittorie occorra pure attingere al pletorico parco riserve per trarre nuova linfa.
Anche in tema di tattica si prevede un cambio radicale, che potrebbe essere varato immediatamente, considerato che il 3-5-2 prediletto dal toscano è stato applicato, pur con modeste risultzanze, dal suo predecessore sino a qualche settimana fa.
Il ritorno al passato, peraltro probabile ma non ancora certo, sarebbe consigliato anche dalla moria di difensori centrali che ha colpito la Samp. Senza tre califfi del calibro di Romagnoli, Beres e Alex Ferrari, ospiti non occasionali dell’infermeria, l’unico specialista di ruolo è Riccio, che finirà per agire in mezzo, con Venuti a destra e uno tra Vulìkic (favorito) e Veroli a sinistra, visto che altro il convento non passa. Non ci piove sull’utilizzo di Depaoli e Ioannou come esterni, mentre la zona nevralgica sarà presidiata da Meulensteen (destinato ad un aumento delle responsabilità) in regìa, coadiuvato da due corridori, probabilmente Akinsanmiro e Benedetti. Non è da escludersi che quest’ultimo, un ex dello Spezia, possa avanzare qualche metro e piazzarsi in rifinitura, e in questo caso salirebbero le chances di Bellemo, l’unico attuale blucerchiato che in carriera abbia già lavorato con Semplici.
Nulla di clamoroso, invece, in prima linea, dove vigerà la restaurazione, l’approdo più ovvio. Riecco dunque Coda, già mattatore nel finale di Reggio Emilia e ormai pronto ad u impiego “full time”, e il suo partner originario, Tutino, chiamato a cancellare una serie di prestazioni che hanno fatto venire la mosca al naso al popolo doriano. Lo Spezia, aduso a giocare e non a difendersi ad oltranza, potrebbe essere l’antagonista adatto a rilanciarli in coppia.
Semplici, nella conferenza di presentazione, ha pure ventilato l’ipotesi dl 3-4-3, adatto a porre a proprio agio Pedrola, un talento che lui intende valorizzare.
Certo, gli aquilotti meritano rispetto e considerazione. Con il tenero Cittadella hanno firmato una goleaada sufficiente a ritenere che lo scivolone di Palermo – dopo una serie pazzesca di risultati utili consecutivi – sia stato un semplice episodio e non un accenno di crisetta. I bianchi non sono partiti con le stigmate dei protagonisti più attesi, ma l’attuale terzo posto non è frutto di casualità bensì di recite di altissimo livello. Il loro timoniere, Luca D’Angelo, dopo averli salvati col forcipe dalla serie C, sta svolgendo un lavoro egregio, in cui la sua impronta affiora nitida. Trame di gioco esaltanti, intesa perfetta tra i reparti, rapidità esemplare nelle ripartenze: assistere alle partite dello Spezia è una goduria, ma non si tratta solo di accademia.
Anche sul piano delle individualità, i liguri orientali sono altamente provvisti. Basti pensare ai due fratelli Esposito – il terzo della famiglia, l’anno scorso al Doria, sta facendo faville a Empoli – che l’hanno fatta da padroni in diversi match. Il più vecchio, Salvatore, già convocato in Nazionale A da Mancini, è di gran lunga il miglior regista della cadetteria e il più giovane, Francesco Pio, 19 anni, ha già “bollato” otto volte: centravanti di razza, capace di buttarla dentro di piede e di testa.
Attorno ai due congiunti, è germogliata un fior di squadra, impostata secondo il 3-5-2, con difensori del calibro di Hristov e Bertola (appetito anche dall’Inter) ed un esterno di valore come Reca, ma individuare un punto debole è fatica improba.
Tocca a Semplici identificare le giuste contrarie, partendo da un indispensabile cambio di ritmo, per evitare che le accelarate degli spezzini creino dispiaceri in serie. Lo richiede – prima che l’avversario di turno – la serie B, e la Samp ha il dovere di adeguarsi senza perdere ulteriore tempo.
PIERLUIGI GAMBINO