La Samp sprofonda a Pisa e anche Sottil è a serio rischio
Al primo esame finestra della stagione, la Samp si sfalda letteralmente subendo una cocente umiliazione da parte del Pisa capolista, che col successo nello scontro diretto è arrivata a doppiare in graduatoria Kasami e compagni. Un dato su tutti: la squadra di Sottil, accreditata ad inizio stagione di un attacco… esplosivo, è rimasta all’asciutto per la seconda gara di file e anche la classifica, da aggiornare con le cinque gare del turno ancora in programma, inizia a farsi delicata: altro che pensare alla promozione!.
I blucerchiati tengono bordone per una mezz’oretta, rischiando la capitolazione in un paio di circostanze e senza mai arrecare un pericolo alla difesa nerazzurra. La trama doriana è lenta e spezzettata e il solo giocatore capace di qualche accelerata è Akinsanmiro, se non altro propositivo e veloce. Nessuno dei compagni, però lo asseconda.
In compenso la difesa doriana fa acqua come in tanti match precedenti, soprattutto nella zona di Vulikic, mal protetto da Giordano, schierato a sorpresa sull’esterno. Il portiere Vismara si salva subito di piede su Lind, poi corre qualche altro brivido specialmente quando i toscani possono agire negli spazi. A peggiorare le cose provvede a metà tempo l’infortunio muscolare a Massimo Coda, che in carriera aveva spesso punito i nerazzurri. Entra Borini, ma non si coprirà mai di gloria al pari del suo partner Tutino, le cui condizioni di forma da ormai qualche settimana sono disastrose.
Verso la mezz’ora sale di intensità la pressione pisana, che sfocia nel vantaggio al 38′: su cross di Moreo, pasticciaccio brutto della coppia Meulensteen-Kasami e carambola verso Lind che in acrobazia, quasi senza accorgersene, infila: un mezzo gollonzo, evitabilissimo.
Per la cronaca, la prima conclusione doriana si verifica al 40′, ma la spingardata di Akinsnmiro è imprecisa. Un lampo nel buio di un’iniziale metà gara che i blucerchiati interpretano con approssimazione e scarso trasporto, come se dovessero semplicemente timbrare il cartellino invece che sprigionare rabbia.
La ripresa si apre con un risveglio doriano, ma è un fuoco fatuo, che si spegne dopo che Semper accalappia un tiraccio di Kasami. Così al 52′ il match finisce in ghiacciaia: Bereszynski non controlla e concede a Lind di fuggire in contropiede e, al limite, servire l’accorrente Tramoni, impietoso.
Solo all’ora di gioco, dopo un’infruttuosa incursione di Romagnoli in area locale, Sottil procede, con colpevole ritardo, a modificare la formazione inserendo contemporaneamente due punte, Pedrola e Sekulov, per lo spento Depaoli e l’irriconoscibile Kasami. La Samp a trazione anteriore ha il piccolo merito di schiacciare i primi della classe nella propria metà campo, ma si tratta di un dominio sterile, caratterizzato dalla mancanza di un vero e proprio ariete a centro area. Da applausi al 72′ una bordata ad effetto di Pedrola, fuori di un soffio, ma è uno spunto isolato. Qualche pallone nei pressi del portiere Semper arriva, ma nessuno, nella folta pattuglia di presunti bomber, appare in grado di assestare la zampata vincente,
Sottil le prova tutte, inserendo pure La Gumina e Benedetti: in pratica sono in campo tutti gli offensivi a disposizione. Risultato? Arriva il terzo sigillo pisano con Angori che, servito da Touré, ha tempo di mirare l’angolino dal limite.
Perdere per perdere, forse è meglio che sia finita con un punteggio roboante, così da sollecitare una profonda riflessione da parte della dirigenza. La prima decisione è l’annullamento dei permessi deliberati in occasione della sosta, ma non è affatto escluso qualche provvedimento drastico. Anche Sottil, ovviamente, è sotto attenta analisi e tutto può succedere dopo queste po’ po’ di prove, lontane anni luce dalle ambizioni del club. Non tutte le colpe sono da addebitarsi al mister piemontese, il quale però non ha certo migliorato la situazione ereditata da Pirlo. Dato il terribile calendario futuro – in sequenza le altri cinque mattatrici del campionato sulle strada della Samp – l’ipotesi di una scossa non è campata iin area e comunque, con o senza il cambio di guida tecnica, sarà doveroso iniziare a guardarsi alle spalle.
PIERLUIGI GAMBINO