Genoa, in attesa di un attaccante, si cercano punti in casa Lazio
Non di solo Balotelli vive l’ambiente Genoa, che resta depresso Nonostante il punto strappato in extremis al Bologna. Il calendario assegna ai rossoblù la trasferta nell’Olimpico laziale, che durante l’era Preziosi era stato lungamente il giardino delle delizie. In tempi recenti i biancocelesti hanno abbattuto quel tabù e per il Grifo sono tornati i dolori.
Inutile illudersi che la squadra di Baroni si sia stancata nel giovedì dedicato all’Europa League. Nella vittoriosa trasferta in Olanda (Twente steso da due gol) il turnover è stato ampio e tale da preservare le forze di parecchi titolari per il campionato. Ergo, attediamoci una Lazio famelica e in fiducia, forte di un assetto tattio equilibrato e funzionale e di individualità ben oltre le media. Francamente, il Genoa va a caccia di un’impresa che avrebbe le sembianze di un miracolo, dati i desolati presupposti. Oltre le speranze di un pareggino è sconsiderato avventurarsi, ma il calcio, scienza inesatta, a volte regala clamorosi verdetti.
Certo, Gilardino è alle prese con un’emergenza mai registrata a livelli così alti. La ricaduta degli infortuni a carico di Messias ed Ekuban aggrava una falcidie già spaventosa e nel contempo ripropone una riflessione riguardo all’efficacia della preparazione altletica, sia durante la preparazione estiva, sia nel corso del campionato. Si può continuare a parlare di semplice malasorte in presenza di un numero così elevato di guai muscolari? Un club organizzato si porrebbe il problema, ma le preoccupazioni esistenziali in cui è immersa la dirigenza assorbono la grann parte del tempo e delle risorse a disposizione.
Memore della gara col Bologna, rimessa in carreggiata dopo una massiccia revisione dell’assetto, Gilardino non ripeterà l’errore di affiancare a Pinamonti l’inadeguato Thorsby. Certo, il piatto delle alternative piange terribilmente. E’ lecito puntare su Miretti attaccante improvvisato dopo la sua ultima scadentissima prestazione? E affidarsi subito al recente acquisto Pereira, impegnato a smaltire chili di ruggine dalle giunture? Ecco perché, gratta gratta, si fa largo l’ipotesi del lancio dal primo minuto di uno dei giovani bomber disponibili, Ekhator e Ankeye, sicuramente privi di mesteraccio ma almeno provvisti di entusiasmo, dinamismo e voglia di battersi. Perlomeno, negli spazi larghi presumibilmente concessi dalla Lazio potrebbero guazzare, liberi da ogni vincolo.
Ma attenzione, Gila sta pure considerando un’altra ipotesi: il varo della 4-5-1, con il solo Pinamonti in avanscoperta ed una robusta cerniera mediana incentrata sul veterano Badelj, l’unico fresco recuperato dall’infermeria. Al suo fianco certo l’impiego di Frendrup, mentre Thorsby si gioca un posto al sole con Miretti.
Da rivedere, anche il base al modulo, le fasce laterali, con Sabelli e Martin favoritissimi. Nel caso di difesa a quattro, ecco che sarebbero inseriti anche Zanoli e quel Norton-Cuffy che, inserito in corso d’opera sabato scorso, ha squadernato doti interessanti.
Anche in difesa parecchi dubbi, accentuati dalla prolungata indisponibilità di due titolari del calibro di Bani e De Winter. Probabile il rilancio di Vogliacco, fuori per scelta tecnica nell’ultimo confronto, e sicura la conferma dell’inossidabile Vasquez, ma in caso di schieramento a tre sarebbe giocoforza affidarsi ancora a Mercandalli o Matturro, con il secondo lievemente favorito.
Di sicuro Gila invidierà la serenità del su collega Baroni, immerso nell’abbondanza. Nelle file laziali mancheranno solo l’esterno destro Lazzari (dentro Marusic, non un carneade) e capitan Romagnoli, espulso a Torino (lo sostituirà Patric) ma l’ex trainer del Lecce non trama. Immutato il tradizionale 4-2-3-1 con una vecchia conoscenza in regìa, quel Rovella di cui Preziosi si è privato appena ha potuto. L’ex salernitano Dia e Zaccagni, inseriti nel trio alle spalle di Castellanos, brillano per rapidità e tecnica, ma attenzione alla carta di riserva Pedro, che a 37 anni è ancora in grado di decidere le partite.
PIERLUIGI GAMBINO