Samp corsara con un attacco a mitraglia e una difesa allegra
In terra di Romagna novanta minuti di irresistibile ballo liscio sono stati gentilmente offerti dalle orchiestre difensive di Cesena e Sampdoria. Alla fine, hanno festeggiato i i blucerchiati, che in avanti potevano squadernare individualità più rilevanti, ma la sfida a ciapanò poteva tranuillamente concludersi con un verdetto differente. Siccome al fischio finale si è registrato un vantaggio doppio nel punteggio, scrivere di successo immeritato sarebbe uno sproloquio: Tutino e compagni non hanno perpetrato alcun furto, e quando un squadra, pur agevolata dagli avversari, va a bersaglio cinque volte, giudicare immeritata l’impresa è un oltraggio alla logica.
Gli spettatori si sono divertiti: hanno assistito a continui capovolgimenti di fronte e a ben otto segnature, ma quante di queste sono derivate da prodezze e quante da errori sesquipedali di chi avrebbe potuto e dovuto evitarli? Alla Samp, che – per la cronaca – mai aveva battuto i romagnoli nei campionati di serie B – importava solo imporsi, ricattando la pagina nera con la Juve Stbia e risalendo al centro della graduatoria, ad un passo dalla zona playoff.
Missione centrata soprattutto grazie ai ripensamenti di mister Sottil, finalmente convinto che con Kasami, Meulenstein e Venuti in campo la musica sarebbe stata più soave. Il tabellino della cronaca è stato loequente in proposito: il primo gol doriano è scaturito da da in cross a giri contati dall’esterno destro e da un’inzuccata dell’albanese sbattuta maldestralmente nel sacco da Prestia; il secondo da un corner battuto dall’uomo di fascia e sfruttato in mischia dll’olandese; il terzo firmato ancora dal tulipano (giocatore di categoria superiore), pronto sul primo palo ad infilare su altro corner.
I tre hanno moltiplicato il rendimento del centrocampo doriano, mostratosi concreto, strutturato a livello fisico e anche ricco di personalità. Sin quando i nuovi innesti hanno avuto fiato da spendere, la manovra blucerchiata è stata armonica: inevitabile che nel finale, si regitrasse un calo, ma per tre uarti di gara si è vista all’opera un’altra Samp.
Peccato che i progressi evidenziati nel settore nevralgico venissero frustrati da un atteggiamento difensivo imbarazzante. Nel precoce vantaggio cesenate, a seguito di un calcio d’angolo, si è permesso a Prestia di incornare sul secondo palo trovando una fievole opposizione. Peggio, sil 2-1 per gli ospiti, ha combinato la coppia Vulikic-Riccio, scavalcata da un leggibilissimo lancio lungo di Calò verso Adamo, bravo sì a stoppare ma favorito dal comportamento statuario di Silvestri su una conclusione non irresitibile.
Il pari a metà gara era la fotografia fedele dei pregi e dei difetti esibiti dalle due squadre, mai così allegre in zona contenimento.
La ripresa vedeva subito una Samp risoluta a prendere in mano la gara, ma dopo un’opportunità sciupata in contropuiede da Coda (pallonetto a superare il portiere, finito fuori dallo specchio), ma sull’ennesima dormita della retroguardia doriana Cioffi timbrava la sbarra. Come speso accade, sul capovolgimento di fronte, corner guadagnato dagli ospiti e Samp nuovmente avanti con Meulensteen. Sei minuti più tardi, al 61′, il poker, davvero assurdo nella ua dinamica: tiraccio di Depaoli stoppato da Tutino, che a centro area, con dieci metri di…solitudine e tenuto in gioco da Mangraviti, impalato sulla linea di fondo, ha fulminato il guardiano rivale.
Una squadra matura e attenta avrebbe tranquillamente gestito la mezzora scarsa rimanente di match: non la Samp, autolesionista ancora con Silvestri, distratto su un secco cross dalla sinistrae palla comoda che si infila nell’angolino basso. Il 4-4 non arriverà solo per una paratona (questa sì) del numero uno doriano su tocco perfido di Berti e per un altro aiuto dello stellone, targato 71′: ennesima dormita delle guardie scelte di Sottil e deviazione vincente Shpendi, beffato dal Var che, dopo un’interminabile revisione ha rilevato una posizione millimetrica di offside.
L’entrata di Akinsamiro per uno stremato Kasami e di Bellemo per Benedetti raddrizzava le sorti di una Samp in sofferenza (altro intervento decisivo di Silvestri, stavolta su Calò) e nel contempo smorzava via via l’ardore dei locali, definitivamente spento all’88’ da un entusismante coast tu coast di Tutino, che cedeva proprio all’ex interista il pallone del definitivo 5-3.
Poteva finire peggio, vale ripeterlo, ma il Cesena – scelleratezze difensive a parte – si è dimostrato squadra manovriera e all’altezza della posizione in classifica occupata. Batterla è stata pur sempre un’impresa, che rilancia le azioni di un Doria potenzialmente irresistibile della cintola in avanti (anche senza il solito apporto di Coda, in giornata dispari) ma fragilissimo in copertura. In attesa del mercato di gennaio, urge il ritorno di Romagnoli.
PIERLUIGI GAMBINO