Ottobre 18, 2024

Dopo l’intervallo la Samp è rimasta negli spogliatoi

Sampdoria

In un Ferraris spettrale, con le platee spoglie di tifosi e le urla di giocatori e tecnici agevolmente comprensibili, si interrompe la marcia vincente di una Samp appena accettabIle nel primo tempo e pessima nella ripresa.

La Juve Stabia è una balda matricola, che centra uno storico colpaccio senza perpetrare furti, ribaltando il risultato in apertura di ripresa e poi controllando senza soverchi sforzi la successiva reazione doriana, che più confusionaria e sterile non si poteva immaginare.

Sottil, forse sbagliando, conferma Bellemo e Benedetti nell’undici base e il centrocampo va subito in ambasce. La manovra non è brillante e neppure incisiva, ma se non altro serve a spegnere le blande velleità ospiti. Il portiere gialloblù, però, la fa da spettatore, e non è una situazione gradevole. Il primo squillo è di Coda, che su punizione timbra il palo, con Thiam comunque sulla parata. Poco più tardi, altro tentativo doriano su calcio fermo, con pallone telefonato a centro porta. Vero che sulla sponda opposta il numero uno Silvestri assiste inoperoso, ma non era la Juve Stabia a dover “fare” la partita e accendere la sfida , bensì l’undici di Sottil che, svantagguato dalla serataccia di Tutino, imitato su livelli infimi da Benedetti e Bellemo, fatica a creare qualcosa di decente.

Per fortuna il vantaggio giunge ugualmente, ben oltre la mezz’ora, sugli sviluppi di un calcio d’angolo: spizzata a centro area di Bellemo e zampata da opportunista di Coda, salito così in vetta alla classifica cannonieri all time della serie B.

All’intervallo, l’1-0 è premio persin esagerato, ma ci può stare, anche considerando lo “zero” prodotto dagli uomini di mister Pagliuca nelle loro controffensive. La Juve si batte, picchia duro e spesso travalica la liceità, ma tutto sommato avrebbe legittimato il pari.

Ripresa, e la musica cambia immediatamente. Neppure il tempo di riscaldarsi che la Samp si trova sotto nel punteggio. Pazzesco l’uno-due ospite in due giri di orologio, con la collaborazione di una difesa locale svagata e imbambolata. Sul gol del pari il cross dalla sinistra non è irresistibile, ma Riccio a centro area concede ad Adorante di indirizzare da breve distanza verso Silvestri, la cui smanacciata difettosa non impedisce alla sfera di finire nel sacco. Neppure il tempo di riordinare le idee che i gialloblù completano la festa: stavolta il cross giunge da destra (dopo un’azione personale del talentuoso Maistro) e il centravanti centra il personalissimo bis incornando da sotto misura sbucando in una selva di avversari.

La Samp, come colpita da un jab al mento, non dà segni di vita e potrebbe capitolare una terza volta all’ora di gioco, ma è salvata dal palo su staffilata di Floriani. Solo Coda si batte con un briciolo di ardore e in due circostanze impegna il portiere Thiam, ma sembrano opportunità più casuali che studiate. La sola attenuante per i doriani si lega ad un mancato rigore per un fallo di Varnier su Tutino un metro dentro l’area: l’arbitro non fa una piega. Viene da pensare che in un stadio rigurgitante di tifo ìnvece che desertificato per via degli incidenti in occasione del derby, l’ineffabile termolese Massimi sarebbe stato “spinto” a indicare il dischetto.

Neppure la girandola di sostituzioni decisa da Sottil sortisce frutti tangibili. Akinsanmiro appare lievemente più vivo di Bellemo, ma senza fare la differenza, mentre Venuti qualosa in più di Depaoli combina sulla fascia destra e Sekulov non alza il livello dopo l’uscita di un Benedetti davvero fuori registro. Al 79′ ultimi due cambi, ma i rilievi Borini (l’eroe del derby) e La Gumina si uniscono al festival dell’imprecisione già avviato da tempo.

Un risveglio spaventoso per la Samp, che forse si è sentita troppo sicura di vincere. Sono mancate le doti caratteriali che dovrebbero targare le squadre di Sottil, ma soprattutto ha ancora fatto difetto la qualità in specie a centrocampo, dove Yepes non ha mai preso in mano il comando della gara e i suoi compagni di reparto sono miseramente affondati. Nel finale, addirittura, era il centrale difensivo Vilikic a dettare i tempi della manovra, ricorrendo però ad assurdi lanci lunghi e rinnegando sistematicamente l’azione palla a terra.

Anche la difesa è naufragata, e non solo nelle circostanze decisive, peccando sia nelle chiusure sia nei disimpegni, e stavolta l’assenza per infortunio di Romagnoli si è avvertita parecchio.

Complimenti alla brillante neopromossa campana, che ha compiuto uno storico capolavoro,  ma il secondo tempo della Samp è stato imperdonabile sotto ogni aspetto e richiederà, durante la sosta, un’attentissima rivistazione da parte del mister.

                  PIERLUIGI GAMBINO

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