Settembre 19, 2024

STORICO RECORD NEGATIVO PER UNA SAMP RIMASTA QUELLA DI PIRLO

Almeno per ora, è rimasta la Samp di Pirlo. Anzi, a giudicare dal primo tempo disputato a Cosenza, è addirittura peggiorata. La sconfitta rimediata al Marulla ci sta tutta e solo un episodio accende un pallido rimpianto: il 2-2 negato a Coda durante la ripresa a causa di un millimetrico offside di Bereszynski in apertura di azione. Un provvedimento maturato dopo oltre cinque minuti di spadmodico consulto in sala Var. Il pari sarebbe stato però un’ingiastizia, se si valuta la gara nella sua interessa, senza limitarsi a considerare un secondo tempo giocato alla pari.

Pesantissime le conseguenze di quest’ennesima bocciatura: sì perché i blucerchiati non solo sono precipitati all’ultimissimo posto, in solitaria, ma hanno firmato il peggior avvio di campionato nei quasi 80 anni di vita societaria. Insomma, un disastro sotto ogni aspetto.

Si attendeva una scossa dal cambio di allenatore, ma dopo l’avvio travagliato e peraltro incoraggiante contro il Bari, i blucerchiati sono piombati all’inferno disputando durante un primo tempo raramente così incolore, al termine del quale il solo dato confortante era offerto dal risultato: uno 0-1 sicuramente rimediabile.

Per 45 minuti la Samp è stata in balìa degli avversari, organizzati tatticamente e calati alla perfezione nel clima della cadetteria, ma non certo trascendentali. Come ai tempi di Pirlo, tragica la partenza doriana, punita da un cross apparentemente innocuo sul quale Bereszynsky toccava quel tanto da spiazzare i compagni e spalancare un’autostrada a D’Orazio, agevolmente a bersaglio.

Si attendeva una perentoria reazione ospite, ma erano ancora i calabresi a rendersi insidiosi, sfruttando l’abulìa del centrocampo blucerchiato, con Bellemo statuario, Akinsanmiro confusionario e Vieira impreciso e scorretto a tal punto da guadagnarsi una sacrosanta ammonizione e sfiorare il cartellino rosso. Alle loro spalle, una difesa che faceva acqua non solo nelle chiusure ma soprattutto in fase di costruzione, con errore da matita rossa. Sino all’intervallo un solo doriano meritava la sufficienza: l’indomito Coda, spesso arretrato per cercare di costruire qualcosa e malamente assistito dall’acerbo Sekulov, capace di sciupare l’unica mezza palla-gol, figlia di un errore del portiere Micai.

Nella ripresa la Samp non poteva ripetersi su certi livelli così desolanti. Sottil cercava luce in panchina, inserendo Benedetti, Yepes e Ioannou. Solo lo spagnolo entava in partita col giusto piglio, ma la squadra finalmente usciva dal guscio, pur senza sciorinare un gioco degno di nota. Frutto di un’estemporanea iniziativa, giungeva il pari, propiziato da un lancio di Venuti verso Ioannou (ben più vivace di Barreca sull’out mancino), che si inseriva in area, resisteva ad un paio di cariche e fulminava l’incolpevole Micai.

Sembrava l’unizio di un nuovo giorno, ma la gioia durava lo spazio di tre minuti, spenta da un’azione personale di Strizzolo (appena entrato) conclusa con una secca bordata sulla quale Silvestri (forse non incolpevole) non tentava eppure l’intervento. Bravissimo il bomber rossoblù, ma Venuti avrebbe dovuto contrastarlo in modo ben più efficace.

Tutto da rifare. Dopo il gol beffardamente annullato all’ora di gioco, Sottil tentava anche le carte Borini (chi si rivede…) e La Gumina, ma senza riscontri concreti. La palla stazionava sì nella metà campo calabrese e ogni tanto arrivava un calcio d’angolo, ma senza svellere Micai dall’ordinarissima amministrazione.

Davvero insufficiente la recita doriana, priva di nerbo e anche povera tecnicamente. In soldoni, si è vista la Samp di Pirlo senza più Pirlo. Che sia colpa anche dei giocatori…?

                    PIERLUIGI GAMBINO

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