CON SOTTIL UNA SAMP BELLICOSA PER BATTERE IL BARI E RISORGERE
Domani sera (20.30), ospite l’altra Cenerentola della cadetteria (certe volte, il calendario è davvero beffardo…), non aspettiamoci una Samp rivoltata come un calzino. Servirà la doppia settimana di lavoro (benedetta la sosta internazionale!) per una terapia d’urto. La sola presenza di un allenatore che non sia Pirlo, tuttavia, potrebbe sortire benefici effetti nell’immediato. La semplice, umana, naturalissima voglia di evidenziarsi agli occhi del niovo responsabile moltiplicherà gli stimoli di tutti i blucerchiati. A ciò si aggiunga il primo fervorino di Sottil, solitamente sanguigno interprete della professione, in ossequio alle sua antiche qualità di asperrimo combattente, sorte in seno al Toro e sviluppate su e giù per l’Italia, dapprima come difensore tetragono e mai domo e poi come panchinante carismatico e deciso. Non aspettiamoci una riverniciata profonda nella manovra, ma di sicuro vedremo all’opera una Samp più determinata, rabbiosa, insistente, come richiede una categoria da sempre fedele a certe virtù che prescindono dal talento.
A livello tattico non sono all’orizzonte cambiamenti epocali: la rosa attuale è stata costruita per la difesa a tre, che d’altronde il piemontese adottava anche a Udine. Solo cammin facendo potrà essere introdotta la “quattro” di ascolana memoria, ma non nella partita inaugurale del nuovo corso. Subitanea, però, sarà – guai se non fosse – una svolta nell’atteggiamento difensivo e in qualche posizionamento individuale, così da scongiurare il ripetersi di certe clamorose distonie organizzative pagate a carissimo prezzo. Sottil esigerà immediatamente una Samp più solida, coperta e concreta, all’insegna del “primo non prenderle”: anche per proteggere il portiere designato, quale che sia. Tanto, a spennare i “galletti” potranno pensare, anche in autonomia, i due sacripanti dell’attacco, lussi autentici per la cadetteria.
La prima Samp sottiliana non sarà identica alla precedente neppure nella scelta iniziale degli interpreti. L’asse Bereszynski-Romagnoli, altamente deficitario, sarà certamente spezzato, probabilmente con l’esordio stagionale di un vecchio ma affidabile califfo, Alex Ferrari. Pure in mediana è scontato un maquillage: Kasami potrebbe ottenere una chance e lo stesso Yepes torna a giocarsi un posto al sole. Da non escludere un ricorso al 3-5-2 puro, senza la partecipazione di un centrocampista avanzato.
La sfida è da vincere a tutti i costi, e la bilancia del pronostico è inclinatissima verso i padroni di casa, cui potrebbe bastare qualche felice iniziativa della coppa delle meraviglie (Coda e Tutino possono fare sempre la differenza, a prescindere dai compagni) per sbancare Marassi e scacciare la crisi. Il Bari, onestamente, è poca cosa e almeno nel suo caso la classifica non appare così bugiarda. Radunovic è un portiere dignitoso, Vicari un centrale difensivo esperto, Benali un’eccellente fonte di gioco e l’ex azzurro Lasagna può far male in contropiede, ma il resto della pattuglia biancorossa non sembra eccelso e grave si prospetta la perdita di Sibilli, attaccante fermato da un infortunio. Mister Moreno Longo penserà in primis a salvare la pellaccia optando per un assetto prudente e puntando sull’unico fattore in cui i suoi ragazzi potrebbero prevalere: la corsa.
Fondamentale per la Samp sarebbe passare presto all’incasso, ma senza poi smettere di offendere. Ora come ora, neppure Sottil, che della fase difensiva è un maestro, appare in grado di costruire una Maginot inattaccabile, sicché ai due bomber va rivolta un’invocazione: cercate di non consumare presto tutte le energie e di evitare un altro secondo tempo povero di fiammate.
PIERLUIGI GAMBINO
Da un Andrea all’altro,sperando che la musica proposta dal padre d’arte sia più soave per le orecchie giustamente esigenti dei tifosi blucerchiati. Giovedì notte, una volta accettati i termini del contratto proposto dalla Sampdoria – un anno più il secondo automatico in caso di promozione – è inizia la full immersion del nuovo tecnico nella composta realtà doriana. Con i suoi collaboratori – staff tecnico rivoluzionato, come sempre succede nei cambi di timoniere – Andrea Sottil ha iniziato a riesaminare i filmati delle tre partite già disputate da Bereszynski e compagni e nel contempo ha acoltato quante più persone possibile per rendersi conto di una realtà da lui in gran parte sconosciuta. Il primo contatto con la squadra è avvenuto nel tardo pomeriggio odierno, ma pretendere che la cosiddetta seduta di rifinitura abbia maturato nell’uomo di Venaria chissà quali convinzioni è utopistico.
Domani sera (20.30), ospite l’altra Cenerentola della cadetteria (certe volte, il calendario è davvero beffardo…), non aspettiamoci una Samp rivoltata come un calzino. Servirà la doppia settimana di lavoro (benedetta la sosta internazionale!) per una terapia d’urto. La sola presenza di un allenatore che non sia Pirlo, tuttavia, potrebbe sortire benefici effetti nell’immediato. La semplice, umana, naturalissima voglia di evidenziarsi agli occhi del niovo responsabile moltiplicherà gli stimoli di tutti i blucerchiati. A ciò si aggiunga il primo fervorino di Sottil, solitamente sanguigno interprete della professione, in ossequio alle sua antiche qualità di asperrimo combattente, sorte in seno al Toro e sviluppate su e giù per l’Italia, dapprima come difensore tetragono e mai domo e poi come panchinante carismatico e deciso. Non aspettiamoci una riverniciata profonda nella manovra, ma di sicuro vedremo all’opera una Samp più determinata, rabbiosa, insistente, come richiede una categoria da sempre fedele a certe virtù che prescindono dal talento.
A livello tattico non sono all’orizzonte cambiamenti epocali: la rosa attuale è stata costruita per la difesa a tre, che d’altronde il piemontese adottava anche a Udine. Solo cammin facendo potrà essere introdotta la “quattro” di ascolana memoria, ma non nella partita inaugurale del nuovo corso. Subitanea, però, sarà – guai se non fosse – una svolta nell’atteggiamento difensivo e in qualche posizionamento individuale, così da scongiurare il ripetersi di certe clamorose distonie organizzative pagate a carissimo prezzo. Sottil esigerà immediatamente una Samp più solida, coperta e concreta, all’insegna del “primo non prenderle”: anche per proteggere il portiere designato, quale che sia. Tanto, a spennare i “galletti” potranno pensare, anche in autonomia, i due sacripanti dell’attacco, lussi autentici per la cadetteria.
La prima Samp sottiliana non sarà identica alla precedente neppure nella scelta iniziale degli interpreti. L’asse Bereszynski-Romagnoli, altamente deficitario, sarà certamente spezzato, probabilmente con l’esordio stagionale di un vecchio ma affidabile califfo, Alex Ferrari. Pure in mediana è scontato un maquillage: Kasami potrebbe ottenere una chance e lo stesso Yepes torna a giocarsi un posto al sole. Da non escludere un ricorso al 3-5-2 puro, senza la partecipazione di un centrocampista avanzato.
La sfida è da vincere a tutti i costi, e la bilancia del pronostico è inclinatissima verso i padroni di casa, cui potrebbe bastare qualche felice iniziativa della coppa delle meraviglie (Coda e Tutino possono fare sempre la differenza, a prescindere dai compagni) per sbancare Marassi e scacciare la crisi. Il Bari, onestamente, è poca cosa e almeno nel suo caso la classifica non appare così bugiarda. Radunovic è un portiere dignitoso, Vicari un centrale difensivo esperto, Benali un’eccellente fonte di gioco e l’ex azzurro Lasagna può far male in contropiede, ma il resto della pattuglia biancorossa non sembra eccelso e grave si prospetta la perdita di Sibilli, attaccante fermato da un infortunio. Mister Moreno Longo penserà in primis a salvare la pellaccia optando per un assetto prudente e puntando sull’unico fattore in cui i suoi ragazzi potrebbero prevalere: la corsa.
Fondamentale per la Samp sarebbe passare presto all’incasso, ma senza poi smettere di offendere. Ora come ora, neppure Sottil, che della fase difensiva è un maestro, appare in grado di costruire una Maginot inattaccabile, sicché ai due bomber va rivolta un’invocazione: cercate di non consumare presto tutte le energie e di evitare un altro secondo tempo povero di fiammate.
PIERLUIGI GAMBINO