Settembre 8, 2024

SAMPDORIA: A PALERMO RIAFFIORATI TUTTI I LIMITI, IN CAMPO E IN PANCHINA

C’erano mille modi per salutare la Serie A e la Samp ha scelto il peggiore. In pratica, a Palermo, dove avrebbe dovuto vincere per qualificarsi, non è scesa in campo, limitandosi ad assistere al monologo rosanero e provando una timidissima, quasi impercettibile reazione soltanto nell’ultima mezz’ora, già con due gol sul groppone. Nulla, ma proprio nulla da salvare in una serata calcisticamente disastrosa, senza poter accampare la minima attenuante.

Il 2-0 riflette fedelmente l’andamento di una gara che i blucerchiati non hanno giocato, e non si dimentichi che verso il finale Di Francesco avrebbe portato a tre i gol  di margine se non fosse stato pizzicato in millimetrico fuorigioco. E gli ospiti? Basti aggiungere che il portiere Desplanches ha dovuto superarsi solo nel corso del recupero, su punizione di Esposito, e per il resto ha potuto limitarsi ad una ordinarissima amministrazione.

E’ bastato uno scampolo di match per delineare il canovaccio di un match a senso unico. L’erroraccio di Insigne – era più fcile realizzare che sbagliare – in apertura sarebbe stato solo un campanello d’allarme, che i blucerchiati non hanno recepito. In una manciata di minuti, pur restando sullo 0-0, si è compreso come mister Pirlo avesse toppato troppe scelte. Rischiosa la conferma di Ricci al fianco di Yepes: coppia priva di fisicità e forza d’urto. Ma le difficoltà maggiori si sono avvertite sul versante di destra, quello presidiato dai veterani Piccini e De Paoli. Il talentuoso Brunori, spostato su quella fascia, ha imperversato, ma non solo lui entrava come un coltello nel burro in una difesa smarrita e fragile anche negli altri componenti, Reggeva a fatica sulla sinistra Giordano, ma nella zona nevralgica si evidenziava un’indubbia superiorità – numerica e di peso specifico – dei locali e il trio avanzato doriano, privo completamente di palloni giocabili, ha assistito passivamente, limitandosi a coprire le avanzate degli avversari senza mai un’iniziativa degna di nnota. Stankovic ci ha mezzo una pezza alla mezzora su inzuccata di Soleri, ma il gol era nell’aria e puntualmente è giunto al 43′. Assurdo che, su corner, Brunori potesse stoppare palla in piena area ed effettuare in tutta comodità il cross basso all’indirizzo di Dakité, lasciato libero sul secondo palo.

Pirlo avrebbe dovuto già in precedenza mettere mano a formazione e disposizione tattica, ma non l’ha fatto neppure durante l’intervallo (omissione incomprensibile e ingiustifabile) e al 2′ della ripresa ha beccato la seconda bastonata, ancora con lo scatenato coloured francese, già decisivo a Bolzano. Anche in questo caso, retroguardia doriana imbambolata e incapace di opporsi sia al traversone da sinistra di Lund, sia alla zampata vincente.

Solo a al 55′, a gara ormai compromessa, si registravano le prime mosse – altamente tardive – del tecnico bresciano, che finalmente inviava sotto le docce i pessimi Piccini e De Paoli oltre a Giordano sostituendoli con Barreca, Stojanovic e Benedetti, un centrocampista, con passaggio dal 3-4-2-1 al 4-3-3. La gara diventava finalmente più requilibrata, anche se non si ricordano autentici pericoli per la porta isolana.  Al 75′ ecco Kasami per Ricci, la cui partita è durata davvero troppo, ma il taccuino della cronaca si sarebbe riempito con altri due episodi in area ospite: nel primo, paratissima di Stankovic su Brunori e nel secondo  provvidenziale annullamento per offside della rete di Di Francesco. A conferma che in campo, a livello di concretezza, si è vista solo una squadra e che la Samp, nei disastrosi 90 minuti palermitani, ha sciorinato tutti i limiti affiorati nel corso della stagione e, forse, semplicemente mascherati nelle ultime gare, quelle che avevano acceso speranze ormai sopite.

                     PIERLUIGI GAMBINO

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